DI ROCCO SABATELLA
RASSEGNAZIONE Dopo l’ennesima sconfitta senza aver provato minimamente a tentare di fare le cose buone mostrate con il Picerno e a Catania, ormai è il caso di rassegnarsi. Troppe le occasioni sprecate per cercare di allungare le strisce positive dopo aver fatto buone prove nelle gare al Viviani. E meno male, altrimenti la classifica non sarebbe stata quella che ora ha il Potenza. Questo gruppo evidentemente ha seri problemi, che non sappiamo di che natura siano, che gli impediscono di ripetere in trasferta le prestazioni che riesce a fare quando gioca al Viviani. Ci vorrebbe una terapia di gruppo da uno psicologo per scoprire i motivi che frenano Volpe e compagni. Nella conferenza di sabato scorso abbiamo sentito Marchionni parlare ancora di ambizioni e delle possibilità di agganciare il treno dei play off. E’ legittimo essere ambiziosi ma gli spareggi post stagione regolare sono ormai irraggiungibili in termini di punti per cui il Potenza deve mettersi in testa che ha solo un obiettivo e su quello si deve concentrare: conquistare al più presto possibile i punti necessari, 3 dovrebbero bastare, per blindare la salvezza.
VIVIANI FORTINO ROSSOBLU’ E considerato il cammino negativo che ha caratterizzato gran parte delle gare esterne, questi punti vanno ottenuti al Viviani che deve diventare una roccaforte inespugnabile contro Crotone, Foggia e Virtus Francavilla. Perché sulle due gare in trasferta a Taranto e Messina non è il caso di fare affidamento per andare a punti. Dopo Catania e Picerno, le aspettative per una buona prestazione a Cerignola erano realistiche. Non solo in virtù di quello che la squadra sarebbe stata capace di fare sul campo, ma anche per la legge dei grandi numeri che dice che prima o poi qualche impresa clamorosa una squadra discontinua l’avrebbe potuta azzeccare. Pia illusione perché’ il Cerignola ha dominato, soprattutto nella ripresa e solo la giornata monumentale di Alastra ha impedito la goleada. Certo rimane solo il rammarico per aver visto sfumare sul filo di lana, ossia nel recupero e non è la prima volta che accade, un punto ma la vittoria del Cerignola è sacrosanta e più che meritata.
SCELTE NON CONVINCENTI Anche qualche scelta di Marchionni è stata incomprensibile. Presuntuosa la mossa di togliere Spaltro e inserire Di Grazia e spostare Volpe a fare il quinto a destra molto offensivo. Non si è capito da dove ha tratto la convinzione Marchionni che la partita si potesse pareggiare dopo il primo tempo così rinunciatario. In pratica Di Grazia non entra mai in partita perché la condizione atletica, dopo due mesi di assenza, non gli poteva permettere e in realtà non gli ha permesso di reggere per un tempo sano. Vedendo Di Grazia nel ruolo di trequartista ci è sembrato di essere tornati ai tempi di Lerda quando l’ex tecnico aveva insistito sul siciliano trequartista. E mai rendendosi conto che era un esperimento fallito in partenza. Se una sostituzione andava fatta, riguardava Maddaloni, già ammonito nel primo tempo e molto nervoso in campo per alcuni scontri verbali con gli avversari. E infatti il difensore perde la testa e si fa espellere lasciando i compagni in inferiorità per oltre mezz’ora. Che cosa resta del pomeriggio di Cerignola? La certezza Alastra e il primo rigore segnato da Caturano con la maglia rossoblù dopo quattro errori consecutivi.