venerdì 20 Settembre 2024

“La Pillola” post Potenza🆚Avellino

DI ALFONSO PECORARO

Come possono essere così diversi tre pareggi di fila? A Caserta una mezza incompiuta, a Teramo meno di un brodino riscaldato, con l’Avellino decisamente interessante. Probabilmente al punto di dire che se anche il Potenza avesse perso si sarebbe visto il bicchiere comunque mezzo pieno. Il fatto incontrovertibile è che il Potenza Calcio Officialdi ieri non avrebbe meritato di perdere. E questa volta un pizzico di fortuna non ha girato le spalle alla squadra di Marchionni che l’ha preparata bene, agevolato anche dall’attenzione dei suoi che non si sono fatti distrarre dalla vicenda-Caturano. E’ fin troppo chiaro che a Torre del Greco ci si attende quantomeno di restare su questo trend per mantenere innanzitutto inalterate le distanze proprio con il diretto avversario e successivamente per lanciarsi in una serie di cinque partite, quattro delle quali al Viviani (una col Sorrento ma in trasferta).

In questi giorni, però, andrà risolta la storia del capitano. Premettiamo che abbiamo espresso parere favorevole dinanzi alla decisione del presidente di usare il pugno di ferro, di lanciare il segnale chiaro di una gerarchia che in campo ha un peso, ma fuori dal campo deve obbligatoriamente seguire un’altra logica. E che non può essere applicata a chi sì e a chi no. Una giornata di stop per Caturano può essere sufficiente per imparare la lezione e per far comprendere a tutti gli appartenenti all’universo Potenza che ci sono delle regole sulle quali non si può transigere. E le prime riguardano il rispetto delle persone e la dignità dei tifosi.

Al loro interno tecnico e giocatori si sono già reciprocamente chiariti e scusati, ricompattati. Ce ne siamo accorti durante la partita di ieri (all’esultanza dei gol, soprattutto). Adesso tocca un passaggio con la proprietà per rimettere le cose a posto e, soprattutto, per cercare di far valere il peso della decisione estiva di trattenere il capitano in rossoblù. Che sostanzialmente è una ragione di carattere innanzitutto tecnico. Caturano è qui non perché è biondo e ha gli occhi azzurri. E’ qui per fare il bene del Potenza, lo si è fatto restare perché era il più forte, era il trascinatore. Pagherà per l’errore commesso, è un uomo a cui va concessa, nel più rapido tempo possibile, la possibilità di riscattarsi, di dimenticare il periodo buio e di dimostrare che è ancora il più forte che abbiamo.

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Come possono essere così diversi tre pareggi di fila? A Caserta una mezza incompiuta, a Teramo meno di un brodino riscaldato, con l’Avellino decisamente interessante. Probabilmente al punto di dire che se anche il Potenza avesse perso si sarebbe visto il bicchiere comunque mezzo pieno. Il fatto incontrovertibile è che il Potenza Calcio Officialdi ieri non avrebbe meritato di perdere. E questa volta un pizzico di fortuna non ha girato le spalle alla squadra di Marchionni che l’ha preparata bene, agevolato anche dall’attenzione dei suoi che non si sono fatti distrarre dalla vicenda-Caturano. E’ fin troppo chiaro che a Torre del Greco ci si attende quantomeno di restare su questo trend per mantenere innanzitutto inalterate le distanze proprio con il diretto avversario e successivamente per lanciarsi in una serie di cinque partite, quattro delle quali al Viviani (una col Sorrento ma in trasferta).

In questi giorni, però, andrà risolta la storia del capitano. Premettiamo che abbiamo espresso parere favorevole dinanzi alla decisione del presidente di usare il pugno di ferro, di lanciare il segnale chiaro di una gerarchia che in campo ha un peso, ma fuori dal campo deve obbligatoriamente seguire un’altra logica. E che non può essere applicata a chi sì e a chi no. Una giornata di stop per Caturano può essere sufficiente per imparare la lezione e per far comprendere a tutti gli appartenenti all’universo Potenza che ci sono delle regole sulle quali non si può transigere. E le prime riguardano il rispetto delle persone e la dignità dei tifosi.

Al loro interno tecnico e giocatori si sono già reciprocamente chiariti e scusati, ricompattati. Ce ne siamo accorti durante la partita di ieri (all’esultanza dei gol, soprattutto). Adesso tocca un passaggio con la proprietà per rimettere le cose a posto e, soprattutto, per cercare di far valere il peso della decisione estiva di trattenere il capitano in rossoblù. Che sostanzialmente è una ragione di carattere innanzitutto tecnico. Caturano è qui non perché è biondo e ha gli occhi azzurri. E’ qui per fare il bene del Potenza, lo si è fatto restare perché era il più forte, era il trascinatore. Pagherà per l’errore commesso, è un uomo a cui va concessa, nel più rapido tempo possibile, la possibilità di riscattarsi, di dimenticare il periodo buio e di dimostrare che è ancora il più forte che abbiamo.

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In questi giorni, però, andrà risolta la storia del capitano. Premettiamo che abbiamo espresso parere favorevole dinanzi alla decisione del presidente di usare il pugno di ferro, di lanciare il segnale chiaro di una gerarchia che in campo ha un peso, ma fuori dal campo deve obbligatoriamente seguire un’altra logica. E che non può essere applicata a chi sì e a chi no. Una giornata di stop per Caturano può essere sufficiente per imparare la lezione e per far comprendere a tutti gli appartenenti all’universo Potenza che ci sono delle regole sulle quali non si può transigere. E le prime riguardano il rispetto delle persone e la dignità dei tifosi.

Al loro interno tecnico e giocatori si sono già reciprocamente chiariti e scusati, ricompattati. Ce ne siamo accorti durante la partita di ieri (all’esultanza dei gol, soprattutto). Adesso tocca un passaggio con la proprietà per rimettere le cose a posto e, soprattutto, per cercare di far valere il peso della decisione estiva di trattenere il capitano in rossoblù. Che sostanzialmente è una ragione di carattere innanzitutto tecnico. Caturano è qui non perché è biondo e ha gli occhi azzurri. E’ qui per fare il bene del Potenza, lo si è fatto restare perché era il più forte, era il trascinatore. Pagherà per l’errore commesso, è un uomo a cui va concessa, nel più rapido tempo possibile, la possibilità di riscattarsi, di dimenticare il periodo buio e di dimostrare che è ancora il più forte che abbiamo.

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