mercoledì 27 Novembre 2024

“La Pillola” post Potenza🆚Juve Stabia

DI ALFONSO PECORARO

L’altalena del Potenza Calcio Official continua inesorabilmente e con grande probabilità sarà tale fino alla fine del campionato. Sono ormai sufficienti 23 giornate di campionato per farne una costante. L’unica continuità che la squadra ha saputo confermare finora sono state le prestazioni a volte (poche) buone, a volte sufficienti, spesso mediocri, altre indecorose. Motivo che dovrebbe spingere un po’ tutti, a partire da noi stessi addetti ai lavori, a convincersi che il Potenza è questo: un’oscillante altalena tra il dodicesimo e il quindicesimo posto, che in caso di qualche risveglio può diventare decimo, undicesimo, ma mai impennarsi a cime per il momento assolutamente irraggiungibili. E per come tale, non bisogna scandalizzarsi se arriva la capolista e ti mangia in testa, lasciandoti il capo cosparso di briciole che diventano cenere su tutti coloro i quali, noi addetti ai lavori compresi, hanno ottenuto una lezione su come si costruiscono le squadre, senza prime donne, ma con calciatori veri che sono dediti anima e corpo alla causa, sembrano indemoniati, raggiungono risultati, vincono e divertono pure. In pratica, senza andare troppo per il sottile, tutto quello che il Potenza non ha.

“Forte con i deboli, debole con i forti” è l’etichetta ormai conclamata per una squadra che, restasse così, assolverebbe il compito minimo stagionale: salvarsi. Poi sarà il tempo dei processi e della rivoluzione, delle valutazioni sul lavoro svolto e sui risultati venuti clamorosamente – per i soldi investiti – meno. Ma qui va aperto un inciso: è sacrosanto che il ds Varrà sia uno dei responsabili di questo andamento e di questi risultati perché la squadra l’ha fatta lui e quasi tutte le decisioni che hanno riguardato la vita societaria passano anche attraverso la sua testa. Ritengo però sbagliato che diventi il parafulmine perfetto ogni qualvolta si vada incontro a certe figuracce (poi contro la Juve Stabia…).

Evidentemente chi è stato scelto e strapagato per il valore che – sulla carta – tutti hanno riconosciuto a questo organico (a proposito, il mister stabiese ieri ha detto di essere sorpreso che il Potenza, con questa squadra non sia tra le prime cinque del campionato – andate a risentire la sua conferenza) lo sta tradendo. Sta tradendo la fiducia che è stata investita su quelle capacità tecniche, e poi caratteriali, delle quali si diceva in giro e per le quali hanno avuto l’onore di essere scelti per vestire la gloriosa maglia del Potenza.

Sappiamo tutti che, a sei giorni dalla fine del mercato, miracoli non se ne possono fare. Per stare tranquilli un paio di giocatori di categoria (che non devono per forza avere il nome) andrebbero presi e non mettendo dentro solo giovani che – a detta di Marchionni – non sono ancora pronti per essere considerati rinforzi di questa squadra. Per cui animo in pace: se il Potenza fino all’1 febbraio continuasse a essere questo, resteremo fino alla fine di aprile sull’altalena di cui si diceva prima.

PS – Completando il tema della partita più sentita dalla tifoseria rossoblù, alla pari delle sfide col Matera. “Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci”: lo ha detto uno dei più grandi campioni dello sport mondiale, Michael Jordan. Lo so, certuni o tutti, ai suoi livelli non potranno mai arrivarci, ma un bell’esame di coscienza ,chi sa di non averci almeno provato, dovrebbe farselo.

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DI ALFONSO PECORARO

L’altalena del Potenza Calcio Official continua inesorabilmente e con grande probabilità sarà tale fino alla fine del campionato. Sono ormai sufficienti 23 giornate di campionato per farne una costante. L’unica continuità che la squadra ha saputo confermare finora sono state le prestazioni a volte (poche) buone, a volte sufficienti, spesso mediocri, altre indecorose. Motivo che dovrebbe spingere un po’ tutti, a partire da noi stessi addetti ai lavori, a convincersi che il Potenza è questo: un’oscillante altalena tra il dodicesimo e il quindicesimo posto, che in caso di qualche risveglio può diventare decimo, undicesimo, ma mai impennarsi a cime per il momento assolutamente irraggiungibili. E per come tale, non bisogna scandalizzarsi se arriva la capolista e ti mangia in testa, lasciandoti il capo cosparso di briciole che diventano cenere su tutti coloro i quali, noi addetti ai lavori compresi, hanno ottenuto una lezione su come si costruiscono le squadre, senza prime donne, ma con calciatori veri che sono dediti anima e corpo alla causa, sembrano indemoniati, raggiungono risultati, vincono e divertono pure. In pratica, senza andare troppo per il sottile, tutto quello che il Potenza non ha.

“Forte con i deboli, debole con i forti” è l’etichetta ormai conclamata per una squadra che, restasse così, assolverebbe il compito minimo stagionale: salvarsi. Poi sarà il tempo dei processi e della rivoluzione, delle valutazioni sul lavoro svolto e sui risultati venuti clamorosamente – per i soldi investiti – meno. Ma qui va aperto un inciso: è sacrosanto che il ds Varrà sia uno dei responsabili di questo andamento e di questi risultati perché la squadra l’ha fatta lui e quasi tutte le decisioni che hanno riguardato la vita societaria passano anche attraverso la sua testa. Ritengo però sbagliato che diventi il parafulmine perfetto ogni qualvolta si vada incontro a certe figuracce (poi contro la Juve Stabia…).

Evidentemente chi è stato scelto e strapagato per il valore che – sulla carta – tutti hanno riconosciuto a questo organico (a proposito, il mister stabiese ieri ha detto di essere sorpreso che il Potenza, con questa squadra non sia tra le prime cinque del campionato – andate a risentire la sua conferenza) lo sta tradendo. Sta tradendo la fiducia che è stata investita su quelle capacità tecniche, e poi caratteriali, delle quali si diceva in giro e per le quali hanno avuto l’onore di essere scelti per vestire la gloriosa maglia del Potenza.

Sappiamo tutti che, a sei giorni dalla fine del mercato, miracoli non se ne possono fare. Per stare tranquilli un paio di giocatori di categoria (che non devono per forza avere il nome) andrebbero presi e non mettendo dentro solo giovani che – a detta di Marchionni – non sono ancora pronti per essere considerati rinforzi di questa squadra. Per cui animo in pace: se il Potenza fino all’1 febbraio continuasse a essere questo, resteremo fino alla fine di aprile sull’altalena di cui si diceva prima.

PS – Completando il tema della partita più sentita dalla tifoseria rossoblù, alla pari delle sfide col Matera. “Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci”: lo ha detto uno dei più grandi campioni dello sport mondiale, Michael Jordan. Lo so, certuni o tutti, ai suoi livelli non potranno mai arrivarci, ma un bell’esame di coscienza ,chi sa di non averci almeno provato, dovrebbe farselo.

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“Forte con i deboli, debole con i forti” è l’etichetta ormai conclamata per una squadra che, restasse così, assolverebbe il compito minimo stagionale: salvarsi. Poi sarà il tempo dei processi e della rivoluzione, delle valutazioni sul lavoro svolto e sui risultati venuti clamorosamente – per i soldi investiti – meno. Ma qui va aperto un inciso: è sacrosanto che il ds Varrà sia uno dei responsabili di questo andamento e di questi risultati perché la squadra l’ha fatta lui e quasi tutte le decisioni che hanno riguardato la vita societaria passano anche attraverso la sua testa. Ritengo però sbagliato che diventi il parafulmine perfetto ogni qualvolta si vada incontro a certe figuracce (poi contro la Juve Stabia…).

Evidentemente chi è stato scelto e strapagato per il valore che – sulla carta – tutti hanno riconosciuto a questo organico (a proposito, il mister stabiese ieri ha detto di essere sorpreso che il Potenza, con questa squadra non sia tra le prime cinque del campionato – andate a risentire la sua conferenza) lo sta tradendo. Sta tradendo la fiducia che è stata investita su quelle capacità tecniche, e poi caratteriali, delle quali si diceva in giro e per le quali hanno avuto l’onore di essere scelti per vestire la gloriosa maglia del Potenza.

Sappiamo tutti che, a sei giorni dalla fine del mercato, miracoli non se ne possono fare. Per stare tranquilli un paio di giocatori di categoria (che non devono per forza avere il nome) andrebbero presi e non mettendo dentro solo giovani che – a detta di Marchionni – non sono ancora pronti per essere considerati rinforzi di questa squadra. Per cui animo in pace: se il Potenza fino all’1 febbraio continuasse a essere questo, resteremo fino alla fine di aprile sull’altalena di cui si diceva prima.

PS – Completando il tema della partita più sentita dalla tifoseria rossoblù, alla pari delle sfide col Matera. “Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci”: lo ha detto uno dei più grandi campioni dello sport mondiale, Michael Jordan. Lo so, certuni o tutti, ai suoi livelli non potranno mai arrivarci, ma un bell’esame di coscienza ,chi sa di non averci almeno provato, dovrebbe farselo.

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