martedì 26 Novembre 2024

“La Pillola” post Potenza🆚Latina

DI ALFONSO PECORARO

La fotografia del buon momento del Potenza Calcio Official è quella di Rosario Maddaloni. E’ la giusta rivincita di chi ha saputo attendere, di chi non ha mai mollato anche quando per 16 partite è stato letteralmente ignorato. E’ l’immagine di chi, con grande professionalità e attaccamento, ha semplicemente dimostrato di valere qualcosa e di non essere inferiore a tutti quelli che gli sono stati preferiti. Potrebbe rappresentare persino l’immagine del calciatore esemplare, cha ha solo la cultura del lavoro, quella che porta frutti. Ed è lui che sintetizza – a mio avviso – quello che è oggi il Potenza: se credi a quello che vali, basta saper attendere il momento giusto e i risultati si vedono.

Nelle ultime cinque partite, con 11 punti, 7 reti fatte e nessuna subita, il Potenza ha fatto come l’Avellino e il Taranto e si è messa alle spalle Crotone, Juve Stabia, Benevento e Catania. Eppure la squadra è la stessa di qualche mese fa: i protagonisti sono quelli di inizio stagione. Quegli stessi per i quali il direttore sportivo Varrà era stato giudicato un incapace e messo alla gogna. Sono stati davvero pochi quelli che continuavano a dire che quel Potenza non era affatto una squadra scarsa, e io tra loro (quante critiche ho ricevuto). Ne sono pienamente convinto ancora e non perché la squadra è venuta fuori da un momento molto brutto, nel quale pure io avevo manifestato tutta la mia preoccupazione, ma perché continuo a ritenere che anche per uno spirito di amor proprio, tutta quella serie di calciatori arrivati, prima o poi avrebbero tirato fuori qualcosa in più di quello che stavano facendo, cercando di dimostrare il proprio valore. E tante volte, in questa rubrica, avevo tirato le orecchie a quelli che stavano vestendo la maglia del Potenza senza alcuna di quelle qualità che oggi stanno venendo fuori. E dico anche che anche qualche tifoso avrebbe dovuto saper aspettare, proprio come ha fatto Maddaloni.

Ovvio, non si è fatto ancora niente, ma aver scalato la classifica, essersi messi alle spalle momenti brutti e una serie lunga di avversarie che hanno molto di meno, oltre ovviamente ai punti, ci può far stare un po’ più sereni (alla vigilia di quattro partite molto, molto complicate) e iniziare a pensare che il Potenza è sulla strada giusta. Come giusta – a sensazione – mi sembra oggi la guida della macchina affidata finalmente a un allenatore che ha le idee molto chiare.

Poi possiamo discutere una vita su chi ha scelto, e in che circostanze, i tecnici di prima. L’importante, adesso, è che si possa quantomeno sperare di avere un obiettivo perseguibile, e non impossibile, da raggiungere.

PS- Il mercato va fatto, servono alcuni innesti giusti, ma prima deve andare via chi non ha reso e né ha speranza di rendere. Ecco su alcuni, Varrà non può fare come Maddaloni, che ha saputo aspettare.

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DI ALFONSO PECORARO

La fotografia del buon momento del Potenza Calcio Official è quella di Rosario Maddaloni. E’ la giusta rivincita di chi ha saputo attendere, di chi non ha mai mollato anche quando per 16 partite è stato letteralmente ignorato. E’ l’immagine di chi, con grande professionalità e attaccamento, ha semplicemente dimostrato di valere qualcosa e di non essere inferiore a tutti quelli che gli sono stati preferiti. Potrebbe rappresentare persino l’immagine del calciatore esemplare, cha ha solo la cultura del lavoro, quella che porta frutti. Ed è lui che sintetizza – a mio avviso – quello che è oggi il Potenza: se credi a quello che vali, basta saper attendere il momento giusto e i risultati si vedono.

Nelle ultime cinque partite, con 11 punti, 7 reti fatte e nessuna subita, il Potenza ha fatto come l’Avellino e il Taranto e si è messa alle spalle Crotone, Juve Stabia, Benevento e Catania. Eppure la squadra è la stessa di qualche mese fa: i protagonisti sono quelli di inizio stagione. Quegli stessi per i quali il direttore sportivo Varrà era stato giudicato un incapace e messo alla gogna. Sono stati davvero pochi quelli che continuavano a dire che quel Potenza non era affatto una squadra scarsa, e io tra loro (quante critiche ho ricevuto). Ne sono pienamente convinto ancora e non perché la squadra è venuta fuori da un momento molto brutto, nel quale pure io avevo manifestato tutta la mia preoccupazione, ma perché continuo a ritenere che anche per uno spirito di amor proprio, tutta quella serie di calciatori arrivati, prima o poi avrebbero tirato fuori qualcosa in più di quello che stavano facendo, cercando di dimostrare il proprio valore. E tante volte, in questa rubrica, avevo tirato le orecchie a quelli che stavano vestendo la maglia del Potenza senza alcuna di quelle qualità che oggi stanno venendo fuori. E dico anche che anche qualche tifoso avrebbe dovuto saper aspettare, proprio come ha fatto Maddaloni.

Ovvio, non si è fatto ancora niente, ma aver scalato la classifica, essersi messi alle spalle momenti brutti e una serie lunga di avversarie che hanno molto di meno, oltre ovviamente ai punti, ci può far stare un po’ più sereni (alla vigilia di quattro partite molto, molto complicate) e iniziare a pensare che il Potenza è sulla strada giusta. Come giusta – a sensazione – mi sembra oggi la guida della macchina affidata finalmente a un allenatore che ha le idee molto chiare.

Poi possiamo discutere una vita su chi ha scelto, e in che circostanze, i tecnici di prima. L’importante, adesso, è che si possa quantomeno sperare di avere un obiettivo perseguibile, e non impossibile, da raggiungere.

PS- Il mercato va fatto, servono alcuni innesti giusti, ma prima deve andare via chi non ha reso e né ha speranza di rendere. Ecco su alcuni, Varrà non può fare come Maddaloni, che ha saputo aspettare.

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Nelle ultime cinque partite, con 11 punti, 7 reti fatte e nessuna subita, il Potenza ha fatto come l’Avellino e il Taranto e si è messa alle spalle Crotone, Juve Stabia, Benevento e Catania. Eppure la squadra è la stessa di qualche mese fa: i protagonisti sono quelli di inizio stagione. Quegli stessi per i quali il direttore sportivo Varrà era stato giudicato un incapace e messo alla gogna. Sono stati davvero pochi quelli che continuavano a dire che quel Potenza non era affatto una squadra scarsa, e io tra loro (quante critiche ho ricevuto). Ne sono pienamente convinto ancora e non perché la squadra è venuta fuori da un momento molto brutto, nel quale pure io avevo manifestato tutta la mia preoccupazione, ma perché continuo a ritenere che anche per uno spirito di amor proprio, tutta quella serie di calciatori arrivati, prima o poi avrebbero tirato fuori qualcosa in più di quello che stavano facendo, cercando di dimostrare il proprio valore. E tante volte, in questa rubrica, avevo tirato le orecchie a quelli che stavano vestendo la maglia del Potenza senza alcuna di quelle qualità che oggi stanno venendo fuori. E dico anche che anche qualche tifoso avrebbe dovuto saper aspettare, proprio come ha fatto Maddaloni.

Ovvio, non si è fatto ancora niente, ma aver scalato la classifica, essersi messi alle spalle momenti brutti e una serie lunga di avversarie che hanno molto di meno, oltre ovviamente ai punti, ci può far stare un po’ più sereni (alla vigilia di quattro partite molto, molto complicate) e iniziare a pensare che il Potenza è sulla strada giusta. Come giusta – a sensazione – mi sembra oggi la guida della macchina affidata finalmente a un allenatore che ha le idee molto chiare.

Poi possiamo discutere una vita su chi ha scelto, e in che circostanze, i tecnici di prima. L’importante, adesso, è che si possa quantomeno sperare di avere un obiettivo perseguibile, e non impossibile, da raggiungere.

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