Di Rocco Sabatella
L’esigenza fondamentale del Potenza contro il Monterosi era una sola ed inderogabile: ottenere i tre punti e dare una sterzata al proprio percorso. Se il successo fosse stato accompagnato anche da una buona prestazione sarebbe stato il massimo. Ma forse avremmo preteso troppo considerato che il Potenza, un punto nelle ultime due gare, si è presentato in campo rivoluzionato negli uomini e nel modulo dopo la decisione di Colombo di mettere da parte il 3-5-2 e affidarsi al 4-3-3 con sette volti nuovi e solo quattro confermati rispetto a quelli impiegati nelle prime cinque giornate. Certo la prestazione non è stata da ricordare ma concediamo le attenuanti generiche sia al tecnico Colombo che alla squadra: il primo ha dovuto preparare il 4-3-3, Caturano e compagni hanno dovuto prendere confidenza con il nuovo sistema tattico in una sola settimana di allenamenti. A questo vanno aggiunte le reminiscenze del lavoro fatto a Viggiano quando Colombo, in attesa dei nuovi acquisti, funzionali al 3-5-2, ha lavorato prevalentemente sul sistema tattico che ieri contro il Monterosi è tornato in auge. Era, però, solo l’inizio del lavoro estivo, la squadra non era stata completata e soprattutto, dall’inizio di agosto, con il rientro al Viviani, il lavoro quotidiano si era incentrato essenzialmente sul 3-5-2, diventato modulo di riferimento delle prime cinque giornate. Inoltre sono arrivati altri giocatori funzionali, tutto sommato al modulo su cui si stava lavorando inserendoli in squadra gradualmente perché in ritardo di condizione. Se dicessimo che questa prima prova con il nuovo modulo ci abbia soddisfatto, saremmo lontani dalla realtà. Ci teniamo stretti i tre punti che sono linfa vitale per una squadra che non aveva mai dato l’ impressione, nemmeno quando aveva vinto con Brindisi e Monopoli, di essere vicina ad esprimersi alla grande. Anzi erano riaffiorati i difetti della scorsa stagione, soprattutto la scarsa tenuta difensiva apparsa evidente in tutte le cinque gare iniziali. Tra l’ altro Colombo aveva insistito sempre sugli elementi della scorsa stagione, prima della rivoluzione totale effettuata ieri sera. Con ciò ritardando anche l’ utilizzo degli elementi arrivati a fine mercato per problemi di condizione ma certamente non esaltando l’ operato della società nel mercato. Oltre ai tre punti, arrivati con la zampata di Monaco, di positivo contro i laziali c’è’ stata una maggiore compattezza della squadra che non si è allungata mai e una maggiore sicurezza del pacchetto arretrato che hanno permesso, per la prima volta, di non subire gol. Anche se un’ amnesia gravissima di Hadziosmanovic e dei compagni nei minuti di recupero ha concesso a Di Renzo di involarsi tutto solo, sulla corsia di destra difensiva dei rossoblù, verso Gasparini che è stato miracoloso nell’uscita per respingere il tiro, a colpo sicuro, del giocatore ospite. Altre cose non hanno funzionato a dovere: il ritmo eccessivamente blando impresso alla gara, la mancanza di un efficace gioco sulle corsie laterali dove Hadziosmanovic e Porcino hanno privilegiato maggiormente l’aspetto difensivo, evidentemente per non correre rischi inutili, piuttosto che le percussioni verso l’ area avversaria. Tutte situazioni, compresa anche una migliore distribuzione da parte dei centrocampisti di suggerimenti efficaci per le punte che da parte loro devono essere più mobili, che con il lavoro quotidiano dovranno essere corrette e perfezionate per portare il Potenza, nel più breve tempo possibile, ad essere una macchina funzionante a pieni giri. Per verificare i progressi del nuovo corso deciso da Colombo, il test probante contro l’ Avellino lunedì prossimo 9 ottobre.