Riportiamo integralmente l’intervista rilasciata da Nicolò Armini al sito internet numero – diez.com nel quale parla della sua carriera e dei suoi sogni futuri:
Nicolò Armini, difensore classe 2001 attualmente in forza al Potenza, si è raccontato ai microfoni di Numero Diez. Dagli inizi nella Lazio alle esperienze in Serie C con Piacenza e, appunto, Potenza. Nicolò è indubbiamente uno dei difensori centrali più promettenti all’interno del nostro panorama calcistico.
Basti pensare che già si parlava del suo potenziale quando ancora faceva parte della primavera biancoceleste, dove ha militato fino al 2018. Non a caso, nel novembre dello stesso anno esordisce tra i professionisti in un match di Europa League contro l’Apollon Limassol, mentre il 29 maggio 2019 trova anche il debutto in Serie A, subentrando a Luiz Felipe contro il Bologna.
Attualmente si trova in prestito al Potenza, club che con la nuova presidenza Macchia ha iniziato ad investire sempre di più sui giovani più promettenti del nostro calcio.
L’INTERVISTA
Sei stato il primo giocatore nato nel terzo millennio ad esordire con la maglia della tua squadra del cuore, la Lazio. Come ci si sente a vestire la maglia di cui si è tifosi fin da piccoli e vincere Coppa Italia e Supercoppa con lei addosso?
“È un sogno che si avvera, soprattutto per uno come me che ha fatto tutta la trafila dalla scuola calcio fino alla prima squadra. Per me è (e sarà) sempre un orgoglio portare quei colori che mi hanno accompagnato fin dalla nascita. L’esordio in Serie A fu un’emozione grandissima: io avevo già esordito in Europa League, ma si trattava di una trasferta. Essendo stato prima del COVID c’erano anche i tifosi allo stadio, con mio fratello che faceva il raccattapalle a bordocampo. Assurdo pensare che fino a pochi giorni prima ero un tifoso sugli spalti e che i giocatori che andavo a tifare il weekend, quel giorno sono stati miei compagni”.
Ai tempi del Piacenza avevi confessato di aver scelto la Serie C per una tua crescita personale. A distanza di un anno, come pensi stia andando?
“Sto ancora affrontando il mio percorso di crescita. Personalmente lo consiglio anche ad altri ragazzi: un anno in meno di primavera e uno in più di Serie C aiutano sicuramente a formarsi prima. In Serie C ci sono tanti elementi forti, soprattutto quelli che scendono dalla Serie B o magari dalla Serie A. Ogni domenica è una battaglia. Forse c’è qualcosa in meno a livello di gioco, ma sicuramente fortifica sotto il punto di vista del carattere e dell’agonismo.
Per quanto riguarda il Potenza, invece, con la vittoria di domenica vi siete rilanciati in zona playoff. Come valuti la stagione finora, visto anche il nuovo progetto giovani?
“Quando mi si è presentata l’offerta del Potenza ci ho messo poco ad accettarla. La società ci mette a disposizione tutto il necessario, come se si trattasse di una squadra di Serie A: dalla mensa al campo ai macchinari nuovi. Per una squadra di Serie C è un’organizzazione incredibile. La classifica nel nostro girone è cortissima, siamo a tre punti dal quinto posto, con una nuova proprietà e una società solida alle spalle. A livello di squadra giochiamo un ottimo calcio, anche se magari ci manca qualche punto perso nelle prime giornate. Qui si dà molto spazio ai giovani, per questo mi trovo bene. Ho avuto anche delle offerte a gennaio, ma sono comunque convinto di rimanere”.
Qual è la differenza più grande che hai notato nel passaggio di categoria?
“I ritmi sono sicuramente diversi. In Serie C le squadre si chiudono di più, quindi si trovano anche meno spazi. Probabilmente in Serie A, c’è più qualità nei singoli calciatori, ma l’agonismo di questo campionato non va sottovalutato. Sono due campionati diversi e di altissimo livello che ti permettono di apprendere tanto sotto vari punti di vista“.
E dell’andamento della tua Lazio invece? Cosa ne pensi?
“Forse al momento ha ottenuto qualche punto in meno, ma a livello di gioco la prestazione è sempre stata soddisfacente. Alla lunga penso che verrà fuori il vero valore della squadra visto che ci sono giocatori di grande talento. Il mister, tra l’altro, è bravissimo: in due anni è riuscito a dare un’idea di gioco decisamente importante“.
Oltre al tuo idolo, Alessandro Nesta, a quale difensore ti ispiri maggiormente?
“A me piace molto impostare da dietro. Al giorno d’oggi sicuramente Bonucci, però sono cresciuto con compagni di reparto come Luiz Felipe e Patric, che, oltre ad essere fortissimi tecnicamente, sono state anche le due persone con cui ho legato di più alla Lazio“.
A proposito di Nesta, all’inizio della tua carriera sono stati fatti numerosi paragoni, spesso anche illustri. Pensi che in qualche modo abbiano inciso sul tuo percorso?
“Personalmente credo che siano sempre stati paragoni fatti più che altro dai giornali. Io voglio fare il mio percorso pensando esclusivamente a me. Nesta è un idolo come persone e come calciatore, per tutti i laziali è un modello da idolatrare. Io però devo a pensare a me, non ai paragoni con gli altri“.
Attualmente, qual è il tuo più grande sogno?
“Al momento il mio obiettivo è sicuramente quello di completare al meglio il mio percorso di crescita e tornare alla Lazio per restarci e giocarmi le mie carte“.