venerdì 20 Settembre 2024

La Pillola Del Giorno Dopo
L

Catanzaro cosa? Quando è successo? Se qualche critica (che ci sta se si perde 6-1) è servita a vedere un Potenza Calcio Official di ferro, di cuore e, soprattutto, di sostanza, allora sia stata benvenuta quella scoppola. E lascio poco spazio al perbenismo e moralismo falso di chi ha considerato esagerata la reazione dopo la debacle con la capolista, solo perché “se non c’era Macchia eravamo in Eccellenza”. Come se fosse questo un debito di riconoscenza da pagare vita natural durante: per me non funziona così, dato che sono chiamato dal mio lavoro a non fare i processi alle intenzioni, ma esclusivamente a raccontare quello che succede. E se questi accadimenti sono altalenanti, il giudizio (pur mantenendo una linea base – che per il sottoscritto è positiva) non potrà che subire qualche influenza ondivaga.

Oggi posso tranquillamente affermare che per me quel 6-1 è cancellato, perché il Potenza è riuscito a fare l’unica cosa che contava: vincere. E ci ha messo pure le palle.

Non è stato fatto entrare allo stadio, per ragioni di ordine pubblico, uno striscione della Curva che, a corredo di un albero di Natale, spoglio recitava: “L’albero lo portiamo noi, voi metteteci le palle”. Forse i calciatori lo sapevano e in pratica hanno risposto sul campo. A livello di prestazione non è stato un buon Potenza (e i miei giudizi sui singoli esclusivamente a questo hanno guardato), ma l’esito finale ha reso serene le feste di tutti. Cinque anni fa, in D, creai una rubrica dal titolo inequivocabile (“Tandacazz”) e sostanzialmente è quello che ha detto la partita coi pugliesi: giocato male, vinto, ma……

E questi tre punti hanno confermato un pensiero che nel corso delle prime 20 partite si sta man mano consolidando: questo Potenza è da migliorare, non da rifondare. Serve quel pizzico di esperienza in più nello spogliatoio, e serve colmare qualche lacuna per consentire a Raffaele di scegliere meglio e ai calciatori di rifiatare quando è necessario. Con l’Andria fisicamente eravamo molto stanchi, ma si è vinto ugualmente. La classifica si sta iniziando a delineare in un certo modo (maledetti i punti persi per strada) e poter impostare un lavoro diverso, sapendo che il Potenza si sta allontanando dalla zona bollente, potrà sicuramente giovare a tutti.

Dicevo di una linea di giudizio sostanzialmente positiva e non mi rimangio le parole. Avevo bisogno di tempo per convincermi di certe cose, anche se il calcio non ammette pause di riflessione ed è solo legato ai risultati. Ho scritto nei giorni scorsi di una squadra in cui molti giovani hanno fatto passi da gigante, di un valore di qualche singolo di spessore. E rinforzo questa mia tesi dicendo che il lavoro di Varrà non è proprio tutto da buttare. Qualcuno ha tradito le attese, vero e si può rimediare, ma Caturano, Steffè, Talia, Verrengia, Girasole e soprattutto Di Grazia hanno impreziosito una squadra costruita con una prospettiva di visione futura che nessuno mai a Potenza aveva inteso finora e che non è più quella della vittoria a tutti i costi, che poi fa restare in vita le società solo pochi anni. Con un’eccezione: serviva la vittoria a tutti i costi con l’Andria ed è arrivata. E sarà una nuova base di partenza.

Buon Natale a tutti

Alfonso Pecoraro

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Catanzaro cosa? Quando è successo? Se qualche critica (che ci sta se si perde 6-1) è servita a vedere un Potenza Calcio Official di ferro, di cuore e, soprattutto, di sostanza, allora sia stata benvenuta quella scoppola. E lascio poco spazio al perbenismo e moralismo falso di chi ha considerato esagerata la reazione dopo la debacle con la capolista, solo perché “se non c’era Macchia eravamo in Eccellenza”. Come se fosse questo un debito di riconoscenza da pagare vita natural durante: per me non funziona così, dato che sono chiamato dal mio lavoro a non fare i processi alle intenzioni, ma esclusivamente a raccontare quello che succede. E se questi accadimenti sono altalenanti, il giudizio (pur mantenendo una linea base – che per il sottoscritto è positiva) non potrà che subire qualche influenza ondivaga.

Oggi posso tranquillamente affermare che per me quel 6-1 è cancellato, perché il Potenza è riuscito a fare l’unica cosa che contava: vincere. E ci ha messo pure le palle.

Non è stato fatto entrare allo stadio, per ragioni di ordine pubblico, uno striscione della Curva che, a corredo di un albero di Natale, spoglio recitava: “L’albero lo portiamo noi, voi metteteci le palle”. Forse i calciatori lo sapevano e in pratica hanno risposto sul campo. A livello di prestazione non è stato un buon Potenza (e i miei giudizi sui singoli esclusivamente a questo hanno guardato), ma l’esito finale ha reso serene le feste di tutti. Cinque anni fa, in D, creai una rubrica dal titolo inequivocabile (“Tandacazz”) e sostanzialmente è quello che ha detto la partita coi pugliesi: giocato male, vinto, ma……

E questi tre punti hanno confermato un pensiero che nel corso delle prime 20 partite si sta man mano consolidando: questo Potenza è da migliorare, non da rifondare. Serve quel pizzico di esperienza in più nello spogliatoio, e serve colmare qualche lacuna per consentire a Raffaele di scegliere meglio e ai calciatori di rifiatare quando è necessario. Con l’Andria fisicamente eravamo molto stanchi, ma si è vinto ugualmente. La classifica si sta iniziando a delineare in un certo modo (maledetti i punti persi per strada) e poter impostare un lavoro diverso, sapendo che il Potenza si sta allontanando dalla zona bollente, potrà sicuramente giovare a tutti.

Dicevo di una linea di giudizio sostanzialmente positiva e non mi rimangio le parole. Avevo bisogno di tempo per convincermi di certe cose, anche se il calcio non ammette pause di riflessione ed è solo legato ai risultati. Ho scritto nei giorni scorsi di una squadra in cui molti giovani hanno fatto passi da gigante, di un valore di qualche singolo di spessore. E rinforzo questa mia tesi dicendo che il lavoro di Varrà non è proprio tutto da buttare. Qualcuno ha tradito le attese, vero e si può rimediare, ma Caturano, Steffè, Talia, Verrengia, Girasole e soprattutto Di Grazia hanno impreziosito una squadra costruita con una prospettiva di visione futura che nessuno mai a Potenza aveva inteso finora e che non è più quella della vittoria a tutti i costi, che poi fa restare in vita le società solo pochi anni. Con un’eccezione: serviva la vittoria a tutti i costi con l’Andria ed è arrivata. E sarà una nuova base di partenza.

Buon Natale a tutti

Alfonso Pecoraro

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Oggi posso tranquillamente affermare che per me quel 6-1 è cancellato, perché il Potenza è riuscito a fare l’unica cosa che contava: vincere. E ci ha messo pure le palle.

Non è stato fatto entrare allo stadio, per ragioni di ordine pubblico, uno striscione della Curva che, a corredo di un albero di Natale, spoglio recitava: “L’albero lo portiamo noi, voi metteteci le palle”. Forse i calciatori lo sapevano e in pratica hanno risposto sul campo. A livello di prestazione non è stato un buon Potenza (e i miei giudizi sui singoli esclusivamente a questo hanno guardato), ma l’esito finale ha reso serene le feste di tutti. Cinque anni fa, in D, creai una rubrica dal titolo inequivocabile (“Tandacazz”) e sostanzialmente è quello che ha detto la partita coi pugliesi: giocato male, vinto, ma……

E questi tre punti hanno confermato un pensiero che nel corso delle prime 20 partite si sta man mano consolidando: questo Potenza è da migliorare, non da rifondare. Serve quel pizzico di esperienza in più nello spogliatoio, e serve colmare qualche lacuna per consentire a Raffaele di scegliere meglio e ai calciatori di rifiatare quando è necessario. Con l’Andria fisicamente eravamo molto stanchi, ma si è vinto ugualmente. La classifica si sta iniziando a delineare in un certo modo (maledetti i punti persi per strada) e poter impostare un lavoro diverso, sapendo che il Potenza si sta allontanando dalla zona bollente, potrà sicuramente giovare a tutti.

Dicevo di una linea di giudizio sostanzialmente positiva e non mi rimangio le parole. Avevo bisogno di tempo per convincermi di certe cose, anche se il calcio non ammette pause di riflessione ed è solo legato ai risultati. Ho scritto nei giorni scorsi di una squadra in cui molti giovani hanno fatto passi da gigante, di un valore di qualche singolo di spessore. E rinforzo questa mia tesi dicendo che il lavoro di Varrà non è proprio tutto da buttare. Qualcuno ha tradito le attese, vero e si può rimediare, ma Caturano, Steffè, Talia, Verrengia, Girasole e soprattutto Di Grazia hanno impreziosito una squadra costruita con una prospettiva di visione futura che nessuno mai a Potenza aveva inteso finora e che non è più quella della vittoria a tutti i costi, che poi fa restare in vita le società solo pochi anni. Con un’eccezione: serviva la vittoria a tutti i costi con l’Andria ed è arrivata. E sarà una nuova base di partenza.

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