martedì 26 Novembre 2024

IL MOMENTO DELLE RISPOSTE
I

Di Nino Lamattina

Gelbison – Potenza: una brutta prestazione! Non ci sono alibi. I punti in classifica sono 3 di cui 2 recuperati sul filo di lana. Potevamo trovarci dopo 3 partite con 1 punto.

La classifica ci rende merito rispetto a quanto visto  sul terreno di gioco. La ricerca di una soluzione alle prestazioni di questa squadra non è vicina, ma in 3 partite indicazioni ne sono arrivate tante e credo anche molto chiare ed è il momento giusto per aumentare il peso che questa formazione deve avere sul campo di gioco. Le prossime 4 giornate, delle quali 3 al Viviani (Foggia, Crotone e Pescara) ed una fuori con l’Avellino, diranno quale ruolo il Potenza si appresterà a recitare. Già importante la partita interna di domenica con il Foggia di Boscaglia (2 turni, 0 punti) che stasera, contro la Virtus Francavilla, spera di lasciare al Taranto il ‘cucchiaio di legno’ del girone C. Ma torniamo a noi e con una premessa: non siamo allenatori di calcio, non conosciamo le dinamiche settimanali degli allenamenti e, quindi, per una e mille ragioni non spetta a noi quel ruolo. Valutiamo solo l’atto finale di quel lavoro, la prestazione ed il risultato. Che spesso dovrebbero essere lo specchio di un lavoro e delle relative scelte. Vedremo in che modo sia questo lavoro sia le prossime decisioni potranno incidere. Ora una vittoria, anche all’ultimo respiro per come quei minuti sembrano per noi fondamentali, sarebbe un toccasana per tutti. Due umili consigli per Siviglia: il primo,  Potenza vive di calcio, da sempre. E da sempre si discute di calcio in tutta la città: pochi elogi, tante critiche a volte anche feroci, tanti dubbi fanno parte integrante del corollario. Sentire in modo sbagliato questa pressione è sempre stato un errore; il secondo, non bisogna vincere per forza ma bisogna giocare per vincere. Ed in questo non conta il cognome o la storia di un calciatore. Quella maglia non ha cognomi, ha solo due colori da far rispettare. Lo stesso rispetto che merita chi per 10 mesi ha seguito, segue e seguirà ovunque questa squadra sotto la pioggia, la neve, con temperature equatoriali o artiche, e chi a Potenza, almeno per 7 dei 10 mesi di campionato, siede al coperto allo stadio, al riparo da intemperie, con moglie e figlio, e spende, di biglietto, almeno 90 euro a partita. 

Aspettiamo che il raggio ‘Del Sole’ ci illumini e torni il sereno nel nostro giardino di Viale Marconi. 

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La classifica ci rende merito rispetto a quanto visto  sul terreno di gioco. La ricerca di una soluzione alle prestazioni di questa squadra non è vicina, ma in 3 partite indicazioni ne sono arrivate tante e credo anche molto chiare ed è il momento giusto per aumentare il peso che questa formazione deve avere sul campo di gioco. Le prossime 4 giornate, delle quali 3 al Viviani (Foggia, Crotone e Pescara) ed una fuori con l’Avellino, diranno quale ruolo il Potenza si appresterà a recitare. Già importante la partita interna di domenica con il Foggia di Boscaglia (2 turni, 0 punti) che stasera, contro la Virtus Francavilla, spera di lasciare al Taranto il ‘cucchiaio di legno’ del girone C. Ma torniamo a noi e con una premessa: non siamo allenatori di calcio, non conosciamo le dinamiche settimanali degli allenamenti e, quindi, per una e mille ragioni non spetta a noi quel ruolo. Valutiamo solo l’atto finale di quel lavoro, la prestazione ed il risultato. Che spesso dovrebbero essere lo specchio di un lavoro e delle relative scelte. Vedremo in che modo sia questo lavoro sia le prossime decisioni potranno incidere. Ora una vittoria, anche all’ultimo respiro per come quei minuti sembrano per noi fondamentali, sarebbe un toccasana per tutti. Due umili consigli per Siviglia: il primo,  Potenza vive di calcio, da sempre. E da sempre si discute di calcio in tutta la città: pochi elogi, tante critiche a volte anche feroci, tanti dubbi fanno parte integrante del corollario. Sentire in modo sbagliato questa pressione è sempre stato un errore; il secondo, non bisogna vincere per forza ma bisogna giocare per vincere. Ed in questo non conta il cognome o la storia di un calciatore. Quella maglia non ha cognomi, ha solo due colori da far rispettare. Lo stesso rispetto che merita chi per 10 mesi ha seguito, segue e seguirà ovunque questa squadra sotto la pioggia, la neve, con temperature equatoriali o artiche, e chi a Potenza, almeno per 7 dei 10 mesi di campionato, siede al coperto allo stadio, al riparo da intemperie, con moglie e figlio, e spende, di biglietto, almeno 90 euro a partita. 

Aspettiamo che il raggio ‘Del Sole’ ci illumini e torni il sereno nel nostro giardino di Viale Marconi. 

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La classifica ci rende merito rispetto a quanto visto  sul terreno di gioco. La ricerca di una soluzione alle prestazioni di questa squadra non è vicina, ma in 3 partite indicazioni ne sono arrivate tante e credo anche molto chiare ed è il momento giusto per aumentare il peso che questa formazione deve avere sul campo di gioco. Le prossime 4 giornate, delle quali 3 al Viviani (Foggia, Crotone e Pescara) ed una fuori con l’Avellino, diranno quale ruolo il Potenza si appresterà a recitare. Già importante la partita interna di domenica con il Foggia di Boscaglia (2 turni, 0 punti) che stasera, contro la Virtus Francavilla, spera di lasciare al Taranto il ‘cucchiaio di legno’ del girone C. Ma torniamo a noi e con una premessa: non siamo allenatori di calcio, non conosciamo le dinamiche settimanali degli allenamenti e, quindi, per una e mille ragioni non spetta a noi quel ruolo. Valutiamo solo l’atto finale di quel lavoro, la prestazione ed il risultato. Che spesso dovrebbero essere lo specchio di un lavoro e delle relative scelte. Vedremo in che modo sia questo lavoro sia le prossime decisioni potranno incidere. Ora una vittoria, anche all’ultimo respiro per come quei minuti sembrano per noi fondamentali, sarebbe un toccasana per tutti. Due umili consigli per Siviglia: il primo,  Potenza vive di calcio, da sempre. E da sempre si discute di calcio in tutta la città: pochi elogi, tante critiche a volte anche feroci, tanti dubbi fanno parte integrante del corollario. Sentire in modo sbagliato questa pressione è sempre stato un errore; il secondo, non bisogna vincere per forza ma bisogna giocare per vincere. Ed in questo non conta il cognome o la storia di un calciatore. Quella maglia non ha cognomi, ha solo due colori da far rispettare. Lo stesso rispetto che merita chi per 10 mesi ha seguito, segue e seguirà ovunque questa squadra sotto la pioggia, la neve, con temperature equatoriali o artiche, e chi a Potenza, almeno per 7 dei 10 mesi di campionato, siede al coperto allo stadio, al riparo da intemperie, con moglie e figlio, e spende, di biglietto, almeno 90 euro a partita. 

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