sabato 23 Novembre 2024

Tutto quello che c’è da sapere sul Catania
T

FONTE: Unica Sport

Asta? No, “una forma di licitazione privata” con eventuale gara. Una differenza molto importante che occorre sottolineare, anche per evidenziare correttezza e imparzialità mostrata ancora una volta dal Tribunale e dai suoi Curatori. Perché si fanno i bandi? Per ottenere la migliore offerta a parità di condizioni. Nella libera concorrenza, IO (in questo caso il Tribunale) stabilisco dei paletti all’interno dei quali ognuno fa l’offerta che ritiene più opportuna.

Cosa può viziare questa procedura? Che il bando sia sbagliato, cioè che al suo interno preveda qualcosa che favorisca qualcuno. Facciamo un esempio (paradosso). Chi vuole acquistare il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania S.p.A. deve chiamarsi Ugo e deve avere una compagna di nome Pina. É chiaro che questo sarebbe un bando viziato, perché favorirebbe esplicitamente una persona. E invece un bando, come detto, deve essere di pari concorrenza.

Dunque, visto che le previsioni del bando (quelle del 4 marzo 2022) sono state completamente stravolte, il Tribunale non poteva lasciare la porta aperta solo a Benedetto Mancini. Non poteva farlo perché qualche altro soggetto avrebbe potuto accusarlo di “concorrenza sleale” sottolineando che a queste nuove condizioni anche lui avrebbe il diritto e l’opportunità, come Mancini, di partecipare al possibile acquisto del ramo d’azienda del Calcio Catania.⚖️ Per questo il Tribunale ha sottolineato: “Pur avendo pubblicato un bando, questo è andato deserto. Le nuove condizioni di vendita proposte sono queste (che sono sulla base della nuova proposizione di Benedetto Mancini), diamo un tot di giorni per capire se c’è qualcuno che può fare meglio dell’imprenditore romano, anche di un euro, in modo che tutto rientri nel concetto della parità di condizioni”. Cioè, ci sono altri acquirenti visto che le condizioni sono mutate?

Nel caso dovesse, entro il prossimo 15 marzo alle ore 14:00, presentarsi un nuovo acquirente allora il Tribunale darà corso a una gara (asta) per l’assegnazione del ramo d’azienda del Calcio Catania. In caso contrario, se Mancini rispetterà tutti i punti delle condizioni (versamento della caparra di 125 mila euro, possedere una società con sede a Catania e con il nome Catania nella denominazione sociale con un capitale sociale interamente versato di non meno di 500 mila euro) il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania sarà ceduto a lui. Attenzione, il termine per il versamento del saldo prezzo (cioè i 375 mila euro attualmente mancati del prezzo base di 500 mila euro) potrà essere precedente o contestuale alla stipula del rogito notarile di trasferimento del ramo aziendale e quindi non deve essere obbligatoriamente fatto il 15 marzo.

Altro punto molto importante da ricordare è che i 125 mila euro da ieri accreditati sul conto della Curatela Fallimentare, sono proposta irrevocabile d’acquisto e costituiscono DI FATTO il sostentamento dell’esercizio provvisorio sino al 17 marzo 2022. Qualora Mancini non versi interamente il capitale sociale di 500 mila euro nell’F.C. Catania 1946 s.r.l., condizione necessaria per partecipare alla nuova procedura di vendita del ramo di azienda calcistico del Calcio Catania S.p.A., automaticamente perderebbe l’acconto versato.

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Asta? No, “una forma di licitazione privata” con eventuale gara. Una differenza molto importante che occorre sottolineare, anche per evidenziare correttezza e imparzialità mostrata ancora una volta dal Tribunale e dai suoi Curatori. Perché si fanno i bandi? Per ottenere la migliore offerta a parità di condizioni. Nella libera concorrenza, IO (in questo caso il Tribunale) stabilisco dei paletti all’interno dei quali ognuno fa l’offerta che ritiene più opportuna.

Cosa può viziare questa procedura? Che il bando sia sbagliato, cioè che al suo interno preveda qualcosa che favorisca qualcuno. Facciamo un esempio (paradosso). Chi vuole acquistare il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania S.p.A. deve chiamarsi Ugo e deve avere una compagna di nome Pina. É chiaro che questo sarebbe un bando viziato, perché favorirebbe esplicitamente una persona. E invece un bando, come detto, deve essere di pari concorrenza.

Dunque, visto che le previsioni del bando (quelle del 4 marzo 2022) sono state completamente stravolte, il Tribunale non poteva lasciare la porta aperta solo a Benedetto Mancini. Non poteva farlo perché qualche altro soggetto avrebbe potuto accusarlo di “concorrenza sleale” sottolineando che a queste nuove condizioni anche lui avrebbe il diritto e l’opportunità, come Mancini, di partecipare al possibile acquisto del ramo d’azienda del Calcio Catania.⚖️ Per questo il Tribunale ha sottolineato: “Pur avendo pubblicato un bando, questo è andato deserto. Le nuove condizioni di vendita proposte sono queste (che sono sulla base della nuova proposizione di Benedetto Mancini), diamo un tot di giorni per capire se c’è qualcuno che può fare meglio dell’imprenditore romano, anche di un euro, in modo che tutto rientri nel concetto della parità di condizioni”. Cioè, ci sono altri acquirenti visto che le condizioni sono mutate?

Nel caso dovesse, entro il prossimo 15 marzo alle ore 14:00, presentarsi un nuovo acquirente allora il Tribunale darà corso a una gara (asta) per l’assegnazione del ramo d’azienda del Calcio Catania. In caso contrario, se Mancini rispetterà tutti i punti delle condizioni (versamento della caparra di 125 mila euro, possedere una società con sede a Catania e con il nome Catania nella denominazione sociale con un capitale sociale interamente versato di non meno di 500 mila euro) il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania sarà ceduto a lui. Attenzione, il termine per il versamento del saldo prezzo (cioè i 375 mila euro attualmente mancati del prezzo base di 500 mila euro) potrà essere precedente o contestuale alla stipula del rogito notarile di trasferimento del ramo aziendale e quindi non deve essere obbligatoriamente fatto il 15 marzo.

Altro punto molto importante da ricordare è che i 125 mila euro da ieri accreditati sul conto della Curatela Fallimentare, sono proposta irrevocabile d’acquisto e costituiscono DI FATTO il sostentamento dell’esercizio provvisorio sino al 17 marzo 2022. Qualora Mancini non versi interamente il capitale sociale di 500 mila euro nell’F.C. Catania 1946 s.r.l., condizione necessaria per partecipare alla nuova procedura di vendita del ramo di azienda calcistico del Calcio Catania S.p.A., automaticamente perderebbe l’acconto versato.

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Asta? No, “una forma di licitazione privata” con eventuale gara. Una differenza molto importante che occorre sottolineare, anche per evidenziare correttezza e imparzialità mostrata ancora una volta dal Tribunale e dai suoi Curatori. Perché si fanno i bandi? Per ottenere la migliore offerta a parità di condizioni. Nella libera concorrenza, IO (in questo caso il Tribunale) stabilisco dei paletti all’interno dei quali ognuno fa l’offerta che ritiene più opportuna.

Cosa può viziare questa procedura? Che il bando sia sbagliato, cioè che al suo interno preveda qualcosa che favorisca qualcuno. Facciamo un esempio (paradosso). Chi vuole acquistare il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania S.p.A. deve chiamarsi Ugo e deve avere una compagna di nome Pina. É chiaro che questo sarebbe un bando viziato, perché favorirebbe esplicitamente una persona. E invece un bando, come detto, deve essere di pari concorrenza.

Dunque, visto che le previsioni del bando (quelle del 4 marzo 2022) sono state completamente stravolte, il Tribunale non poteva lasciare la porta aperta solo a Benedetto Mancini. Non poteva farlo perché qualche altro soggetto avrebbe potuto accusarlo di “concorrenza sleale” sottolineando che a queste nuove condizioni anche lui avrebbe il diritto e l’opportunità, come Mancini, di partecipare al possibile acquisto del ramo d’azienda del Calcio Catania.⚖️ Per questo il Tribunale ha sottolineato: “Pur avendo pubblicato un bando, questo è andato deserto. Le nuove condizioni di vendita proposte sono queste (che sono sulla base della nuova proposizione di Benedetto Mancini), diamo un tot di giorni per capire se c’è qualcuno che può fare meglio dell’imprenditore romano, anche di un euro, in modo che tutto rientri nel concetto della parità di condizioni”. Cioè, ci sono altri acquirenti visto che le condizioni sono mutate?

Nel caso dovesse, entro il prossimo 15 marzo alle ore 14:00, presentarsi un nuovo acquirente allora il Tribunale darà corso a una gara (asta) per l’assegnazione del ramo d’azienda del Calcio Catania. In caso contrario, se Mancini rispetterà tutti i punti delle condizioni (versamento della caparra di 125 mila euro, possedere una società con sede a Catania e con il nome Catania nella denominazione sociale con un capitale sociale interamente versato di non meno di 500 mila euro) il ramo d’azienda sportivo del Calcio Catania sarà ceduto a lui. Attenzione, il termine per il versamento del saldo prezzo (cioè i 375 mila euro attualmente mancati del prezzo base di 500 mila euro) potrà essere precedente o contestuale alla stipula del rogito notarile di trasferimento del ramo aziendale e quindi non deve essere obbligatoriamente fatto il 15 marzo.

Altro punto molto importante da ricordare è che i 125 mila euro da ieri accreditati sul conto della Curatela Fallimentare, sono proposta irrevocabile d’acquisto e costituiscono DI FATTO il sostentamento dell’esercizio provvisorio sino al 17 marzo 2022. Qualora Mancini non versi interamente il capitale sociale di 500 mila euro nell’F.C. Catania 1946 s.r.l., condizione necessaria per partecipare alla nuova procedura di vendita del ramo di azienda calcistico del Calcio Catania S.p.A., automaticamente perderebbe l’acconto versato.

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