C’è da una parte il cuore, dall’altro il cervello. Quale sia quello predominante ancora non lo so.
Il cuore pulsa di rossoblù, dopo la sesta vittoria in trasferta, in un campionato che posso tranquillamente definire entusiasmante per quello che fino ad oggi ha saputo regalarci una squadra giovane e brillante per il 78,5 per cento delle partite giocate (sai com’è, quando il Potenza non perde io sono sempre soddisfatto). Ma soprattutto se ripenso alle enormi sofferenze della passata stagione, specie quando mi ritiravo da trasferte interminabili dopo una sconfitta, e ne sono state tante, e specie se penso che abbiamo avuto anche la paura di sprofondare nuovamente in D. La squadra giovane e sbarazzina, priva anche dell’adeguata dose di malizia ed esperienza, purtroppo, è esposta molto facilmente a sbalzi di umore. Ama il luna park, le montagne russe che la portano in alto o a sprofondare. Per quanto mi riguarda, si deve amare anche per queste caratteristiche. E me le faccio bastare, per questa stagione perché, sai com’è, a tutti piace sognare e se quest’anno si è deciso non farlo fino in fondo, mi aspetto che l’anno prossimo ce ne sia data la facoltà.
Ecco il secondo punto d’analisi: il cervello. Perché indubbiamente una squadra che fa benissimo in attacco, non può andare da nessuna parte se dietro è così piccola e fragile, come cantavano i Pooh. Ha detto De Giorgio: “Non possiamo pensare di non concedere mai niente ai nostri avversari, ma se poi tutto quello che concediamo lo paghiamo in termini di reti subite, allora questo non va bene”.
Nelle ultime cinque sono 14 i gol subiti, siamo a quasi tre a partita, ben oltre il peggio del peggio fatto l’anno scorso quando la media era, ad un certo punto della stagione, di due reti subite a partita, e si è finito ai playout. In Italia non vince mai il miglior attacco, ma sempre la migliore difesa, che poi va equilibrata col dato dell’attacco. Ma si parte sempre da lì dietro. Dall’essere concreti, spietati, cattivi, ermetici. E se, come ieri, una partita in pienissimo controllo, condotta 2-0, di punto in bianco diventa 2-3, addirittura 2-4 con un uomo in più (per fortuna però allo Zaccheria non c’era un Robilotta qualsiasi, ma uno che ha visto un fuorigioco), allora c’è pochissimo da fare. Alla lunga queste cose le paghi. E se non le aggiusti, peggio andrà se in caso di playoff si avrà la fortuna di incrociare le squadre più forti degli altri gironi. Bisogna dirselo, senza per forza far arrabbiare nessuno.
Poi è chiaro che se tra Cuore e Cervello si inserirà anche un altro fattore C, un po’ di fortuna, allora ben venga tutto. Ma allo stato attuale mi sento di dire che mancava e manca qualcosa a questo Potenza e non si è provveduto. Mi sentirei molto di rabbia se questo diventasse il rimpianto, ma sono comunque felice per come questa squadra sta giocando.