martedì 5 Novembre 2024

La pillola del giorno dopo Altamura-Potenza di Alfonso Pecoraro
L

Alla fine il pareggio è stato un risultato giusto, anche se non si può negare che un pizzico di rammarico c’è ed è condensato nell’occasione per l’1-3 fallita da D’Auria e nel solito golletto evitabilissimo che la difesa prende. Ma se a fronte della prima circostanza non possiamo negare che l’Altamura ha avuto in un paio di circostanze la palla del 2-0, nella seconda dobbiamo rimarcare l’attitudine di questo Potenza a giocare sempre la palla, anche quando si è avanti di un gol. Nell’occasione del 2-2, infatti, Riggio non la butta via e scopre, di fatto, la sua linea difensiva perdendo banalmente il pallone. E’ questa la mentalità, bisogna rassegnarsi a chi pretende un rilancio da 80 metri.

Nel complesso, però, possiamo ritenerci comunque soddisfatti dal fatto che il Potenza è una squadra che diverte e si diverte, fa gol e li subisce, si propone con costanza e non demorde, anche quando attraversa periodi di buio, come quello che è seguito allo svantaggio iniziale. E la fotografia della partita è che quasi al 90’, sul 2-2 che avrebbe potuto accontentare tutti, erano in otto nella metà campo avversaria a provare a vincerla, al punto da scoprirsi e rischiare, in maniera chiara, di prendere il 3-2 in contropiede.

So ragazzi. Vogliono dimostrare di essere forti. A tratti ci riescono e a tratti sono ancora troppo fragili (resta il dato amaro di 20 reti subite), ma sono efficaci e non ci faranno passare le pene dell’inferno come accaduto l’anno scorso. E, al tirar delle somme, è quello che maggiormente ci interessa, oltre al dato di fatto di aver iniziato a tracciare una strada de seguire, un’impostazione che stabilire un futuro. Dopo due anni di rodaggio, sostanzialmente, è la cosa che maggiormente balza all’occhio e dalla quale mai discostarsi. Perché è pur vero che ci vuole anche una buona dose di fortuna a vincere al primo anno, ma i progetti, specie quelli destinati a durare nel tempo, vanno costruiti un passo alla volta. E la sensazione è che quello di questa stagione – figlio soprattutto degli errori delle due passate – sia deciso e concreto.

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Alla fine il pareggio è stato un risultato giusto, anche se non si può negare che un pizzico di rammarico c’è ed è condensato nell’occasione per l’1-3 fallita da D’Auria e nel solito golletto evitabilissimo che la difesa prende. Ma se a fronte della prima circostanza non possiamo negare che l’Altamura ha avuto in un paio di circostanze la palla del 2-0, nella seconda dobbiamo rimarcare l’attitudine di questo Potenza a giocare sempre la palla, anche quando si è avanti di un gol. Nell’occasione del 2-2, infatti, Riggio non la butta via e scopre, di fatto, la sua linea difensiva perdendo banalmente il pallone. E’ questa la mentalità, bisogna rassegnarsi a chi pretende un rilancio da 80 metri.

Nel complesso, però, possiamo ritenerci comunque soddisfatti dal fatto che il Potenza è una squadra che diverte e si diverte, fa gol e li subisce, si propone con costanza e non demorde, anche quando attraversa periodi di buio, come quello che è seguito allo svantaggio iniziale. E la fotografia della partita è che quasi al 90’, sul 2-2 che avrebbe potuto accontentare tutti, erano in otto nella metà campo avversaria a provare a vincerla, al punto da scoprirsi e rischiare, in maniera chiara, di prendere il 3-2 in contropiede.

So ragazzi. Vogliono dimostrare di essere forti. A tratti ci riescono e a tratti sono ancora troppo fragili (resta il dato amaro di 20 reti subite), ma sono efficaci e non ci faranno passare le pene dell’inferno come accaduto l’anno scorso. E, al tirar delle somme, è quello che maggiormente ci interessa, oltre al dato di fatto di aver iniziato a tracciare una strada de seguire, un’impostazione che stabilire un futuro. Dopo due anni di rodaggio, sostanzialmente, è la cosa che maggiormente balza all’occhio e dalla quale mai discostarsi. Perché è pur vero che ci vuole anche una buona dose di fortuna a vincere al primo anno, ma i progetti, specie quelli destinati a durare nel tempo, vanno costruiti un passo alla volta. E la sensazione è che quello di questa stagione – figlio soprattutto degli errori delle due passate – sia deciso e concreto.

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Nel complesso, però, possiamo ritenerci comunque soddisfatti dal fatto che il Potenza è una squadra che diverte e si diverte, fa gol e li subisce, si propone con costanza e non demorde, anche quando attraversa periodi di buio, come quello che è seguito allo svantaggio iniziale. E la fotografia della partita è che quasi al 90’, sul 2-2 che avrebbe potuto accontentare tutti, erano in otto nella metà campo avversaria a provare a vincerla, al punto da scoprirsi e rischiare, in maniera chiara, di prendere il 3-2 in contropiede.

So ragazzi. Vogliono dimostrare di essere forti. A tratti ci riescono e a tratti sono ancora troppo fragili (resta il dato amaro di 20 reti subite), ma sono efficaci e non ci faranno passare le pene dell’inferno come accaduto l’anno scorso. E, al tirar delle somme, è quello che maggiormente ci interessa, oltre al dato di fatto di aver iniziato a tracciare una strada de seguire, un’impostazione che stabilire un futuro. Dopo due anni di rodaggio, sostanzialmente, è la cosa che maggiormente balza all’occhio e dalla quale mai discostarsi. Perché è pur vero che ci vuole anche una buona dose di fortuna a vincere al primo anno, ma i progetti, specie quelli destinati a durare nel tempo, vanno costruiti un passo alla volta. E la sensazione è che quello di questa stagione – figlio soprattutto degli errori delle due passate – sia deciso e concreto.

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