Inutile pensare che è stato molto facile. Dopo lo è diventato. Quando il Taranto si è sciolto, quando Selleri ha rotto il ghiaccio (ed era il 38’). Non è stato facile, e questo rende il successo più importante perché – a mio avviso – rappresenta il superamento di una prova di maturità, di consapevolezza del Potenza che aveva tutto da perdere e niente da guadagnare.
L’anno scorso tante volte era capitata ai rossoblù la partita della svolta, quella che bisognava vincere per forza: e non è accaduto, e si è vista la fine che è stata fatta. Quest’anno no, perché nonostante la mezza rivoluzione, i tanti cambiamenti, la storia è completamente diversa e il Potenza inizia a divertire e a piacere. Come squadra (solo Benevento, Avellino e Trapani hanno segnato di più, e quando fai tanti gol non puoi non divertirti) e come singoli (ma quanto sono bravi Felipe e Schimmenti?). Ben fatto, allora, e al terzo anno di gestione Macchia si può dire che la strada è tracciata e gli errori sono stati compresi.
Questi 20 punti in 12 partite sono la risposta a chi pensava che la squadra non era il massimo e che De Giorgio non fosse la guida giusta. I calciatori, ormai è un dato acquisito, ragionano da gruppo ed esaltano le individualità che ci sono; il tecnico li ha saputi plasmare dando un’identità precisa di modulo e di gioco, senza creare confusioni, con punti certi e ruoli ben definiti. Il mix sta funzionando e ha prodotto quello che abbiamo sotto gli occhi, mettendosi al passo di un campionato che non sta ammettendo pause. Corrono davanti in molte e il Potenza è lì, in quel gruppo, a giocarsi a viso aperto ogni sfida.
Ha detto il tecnico che è finito il primo ciclo e che la squadra è ancora al 70 per cento delle sue possibilità: c’è da credergli anche perché in questa delicatissima fase il Potenza sta sopperendo senza sofferenze alle assenze di almeno tre-quattro titolari. La prospettiva, quando recupereranno, si fa interessante. E si cercano conferme: Altamura (sette punti in tre partite), Avellino, e le consorelle di classifica Giugliano e Monopoli potranno dire ancora di più sulle realistiche ambizioni per il futuro. Una strada è comunque già stata tracciata, non servono milioni e milioni, ma solo competenza e voglia, gruppo e spunti di qualità. Al momento il mix funziona e ci accontentiamo di respirare quest’aria buona d’alta classifica. Cominciassero altri a preoccuparsi di quello che non va. Qui godiamoci tutto quello che va. Magari ce lo meritiamo pure per le atroci sofferenze e gli incubi dell’anno scorso.