Avrei certamente preferito scrivere una pillola amara un po’ più in là, o forse mai. Tutto sommato molto meglio che sia accaduto alla terza giornata, quando c’è tempo a sufficienza per rimediare agli errori.
Primo assunto dopo la scoppola – fragorosa, perché nel primo tempo il Potenza è stato fortunato ad andare sotto solo per 3-1 – è che senza Caturano e Castorani non si può giocare, e con la difesa di burro nemmeno. Il primo si è infortunato, il secondo è andato fuori per una scelta tecnica – per quanto fosse legittimo provare anche Ghisolfi – che alla fine si è rivelata sbagliata.
Secondo assunto: è tornata la banda del buco. Sei reti in tre giornate di campionato (anche se in due partite, visto il clean sheet con la Turris) fanno una media di due gol presi ogni 90’ che già spaventano solo a pensarci. La mission, ormai consolidata nel corso di questi ultimi anni, di dover ripartire proprio dalla ricostruzione della difesa prima di prendere tutti gli altri calciatori, non si è compiuta e si iniziano a vedere le crepe. Riggio ancora non è pronto a giocare in coppia con Sciacca, Verrengia (unico sinistro) è stato giubilato troppo presto, i due esterni sono assolutamente fallaci in fase di copertura, e si poteva immaginare, e si è stati troppo tempo – in pratica fino alla fine del mercato – per trovare il sostituto di Sbraga che, sia pur in organico, era chiarissimo che non rientrava più nei piani tecnici. Ribadisco un concetto che ho espresso in tempi non sospetti: dovendo ricostruire una difesa in uomini e schema di gioco, era assolutamente prioritario che l’intero reparto fosse dal primo giorno di ritiro pronto. Il risultato, al momento, è di sei reti prese. E non può essere una consolazione pensare che in gran parte sono state generate da errori individuali, clamorosi, ma di singoli. Come diceva il buon Totò “è la somma che fa il totale”.
De Giorgio ha l’obbligo immediato, per quanto convinto che lo schema della difesa a quattro sia inevitabile da proporre con questi calciatori (e qui nasce qualche perplessità), di iniziare a riflettere sul da farsi. Anche perché puoi proporre qualsiasi tipo di gioco offensivo, ma se non segni almeno tre reti a partita, con la media di oggi, non vinci.
Fatto sta che, al netto di queste considerazioni imposte dalla penosa partita di Benevento, bisogna mantenere una dose di equilibrio. Che questa sia una squadra, soprattutto nella testa, da ricostruire dopo il disastro dell’anno scorso, lo sappiamo tutti. Che sia giovane e che ci voglia il tempo giusto, pure. Ed armiamoci di pazienza ipotizzando che queste altalene di rendimento sono assolutamente possibili.
Per fortuna nessuna altra sta correndo, e in casa altrui ci sono pure guai peggiori. Ma non si può trascurare niente. Dal Vigorito qualche segnale pesante è arrivato, ora testa bassa, pedalare, e piedi rigorosamente per terra. Perché il Potenza non una squadra di fenomeni, ma nemmeno si può buttare tutto a mare dopo appena tre partite.
PS – Oggi è il lunedì di quelli del “ve lo avevo detto io”. Preferisco non commentare, ma lancio costruttivamente lo spunto a riflettere su che campionato e che risultati stanno venendo fuori. Non che sia contento del “mal comune, mezzo gaudio”, ma ritengo che sia assolutamente prematura ogni considerazione senza mezze misure. Equilibrio, calma e un pizzico di fiducia: tutto quello che è mancato l’anno scorso e sappiamo benissimo come è andata a finire.