lunedì 7 Aprile 2025

La pillola del giorno dopo Monopoli-Potenza di Alfonso Pecoraro
L

Sono certo che se Monopoli-Potenza fosse finita 3-3, chiunque avrebbe parlato non tanto del punto preso quanto di altri tre gol presi. I rossoblù contro la terza in classifica (che oltretutto finora ha subito appena 21 reti, con la migliore difesa del campionato), pur avendo il terzo attacco più prolifico non hanno fatto gol, ma hanno preso un punto. E, a mio avviso, è la cosa che maggiormente conta dato che lo 0-0 arriva nell’arco di una parabola discendente che è partita dalla sfida persa col Cerignola, quando il Potenza era terzo, ed è arrivata fino alla undicesima partita (due vittorie, cinque pari e quattro ko) sancendo per il momento un ottavo posto, con una partita in meno degli avversari, che è lo specchio di un’altalenanza chiara di rendimento con la quale non si può certo ambire a moltissimo.

Al Veneziani ho visto una partita di categoria, maschia, concreta, con un vento e una pioggia da inverno inoltrato. Ed ho visto finalmente una difesa solida contro un avversario importante. Bachini ha fatto molto bene non solo quando la palla era dalle sue parti, ma soprattutto in termini di leadership e di sicurezza infusa agli altri compagni. Ma questo lo si può notare solo stando al campo, non davanti alla tv. E non dimentico che per oltre un tempo non c’è stato Felippe e sappiamo benissimo quanto valga questa squadra con o senza il brasiliano. E poi, lo dico con grande convinzione, per una volta mi è piaciuto fare uno 0-0 come Dio comanda. E lo confermo: io mi sono divertito di più col Monopoli che non nel 4-4 col Giugliano, perché penso che la mentalità per questa categoria si conquista non segnando un gol di più, ma subendone uno in meno dell’avversario. E’ proprio nel Dna del calcio italiano questa logica per poter essere maggiormente ambiziosi.

Restano comunque generalmente dei rimpianti, perché ho visto giocare il Potenza bene, se non meglio, di Avellino, Cerignola, Monopoli, Catania, ma non la trovo in classifica immediatamente a ridosso delle citate. Chiara la spiegazione, serviva maggiore equilibrio in tutto: nella continuità del rendimento, nella fase difensiva in rapporto a quella offensiva, nelle scelte del mercato.

Ma ormai è andata e, si spera, possa servire come lezione per il futuro. Si potranno mitigare questi rimpianti, solo con una chiusura in crescendo, anche se i tre avversari che restano, chi per un verso, chi per l’altro, non rappresentano certo un cammino facile da affrontare.

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Sono certo che se Monopoli-Potenza fosse finita 3-3, chiunque avrebbe parlato non tanto del punto preso quanto di altri tre gol presi. I rossoblù contro la terza in classifica (che oltretutto finora ha subito appena 21 reti, con la migliore difesa del campionato), pur avendo il terzo attacco più prolifico non hanno fatto gol, ma hanno preso un punto. E, a mio avviso, è la cosa che maggiormente conta dato che lo 0-0 arriva nell’arco di una parabola discendente che è partita dalla sfida persa col Cerignola, quando il Potenza era terzo, ed è arrivata fino alla undicesima partita (due vittorie, cinque pari e quattro ko) sancendo per il momento un ottavo posto, con una partita in meno degli avversari, che è lo specchio di un’altalenanza chiara di rendimento con la quale non si può certo ambire a moltissimo.

Al Veneziani ho visto una partita di categoria, maschia, concreta, con un vento e una pioggia da inverno inoltrato. Ed ho visto finalmente una difesa solida contro un avversario importante. Bachini ha fatto molto bene non solo quando la palla era dalle sue parti, ma soprattutto in termini di leadership e di sicurezza infusa agli altri compagni. Ma questo lo si può notare solo stando al campo, non davanti alla tv. E non dimentico che per oltre un tempo non c’è stato Felippe e sappiamo benissimo quanto valga questa squadra con o senza il brasiliano. E poi, lo dico con grande convinzione, per una volta mi è piaciuto fare uno 0-0 come Dio comanda. E lo confermo: io mi sono divertito di più col Monopoli che non nel 4-4 col Giugliano, perché penso che la mentalità per questa categoria si conquista non segnando un gol di più, ma subendone uno in meno dell’avversario. E’ proprio nel Dna del calcio italiano questa logica per poter essere maggiormente ambiziosi.

Restano comunque generalmente dei rimpianti, perché ho visto giocare il Potenza bene, se non meglio, di Avellino, Cerignola, Monopoli, Catania, ma non la trovo in classifica immediatamente a ridosso delle citate. Chiara la spiegazione, serviva maggiore equilibrio in tutto: nella continuità del rendimento, nella fase difensiva in rapporto a quella offensiva, nelle scelte del mercato.

Ma ormai è andata e, si spera, possa servire come lezione per il futuro. Si potranno mitigare questi rimpianti, solo con una chiusura in crescendo, anche se i tre avversari che restano, chi per un verso, chi per l’altro, non rappresentano certo un cammino facile da affrontare.

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Al Veneziani ho visto una partita di categoria, maschia, concreta, con un vento e una pioggia da inverno inoltrato. Ed ho visto finalmente una difesa solida contro un avversario importante. Bachini ha fatto molto bene non solo quando la palla era dalle sue parti, ma soprattutto in termini di leadership e di sicurezza infusa agli altri compagni. Ma questo lo si può notare solo stando al campo, non davanti alla tv. E non dimentico che per oltre un tempo non c’è stato Felippe e sappiamo benissimo quanto valga questa squadra con o senza il brasiliano. E poi, lo dico con grande convinzione, per una volta mi è piaciuto fare uno 0-0 come Dio comanda. E lo confermo: io mi sono divertito di più col Monopoli che non nel 4-4 col Giugliano, perché penso che la mentalità per questa categoria si conquista non segnando un gol di più, ma subendone uno in meno dell’avversario. E’ proprio nel Dna del calcio italiano questa logica per poter essere maggiormente ambiziosi.

Restano comunque generalmente dei rimpianti, perché ho visto giocare il Potenza bene, se non meglio, di Avellino, Cerignola, Monopoli, Catania, ma non la trovo in classifica immediatamente a ridosso delle citate. Chiara la spiegazione, serviva maggiore equilibrio in tutto: nella continuità del rendimento, nella fase difensiva in rapporto a quella offensiva, nelle scelte del mercato.

Ma ormai è andata e, si spera, possa servire come lezione per il futuro. Si potranno mitigare questi rimpianti, solo con una chiusura in crescendo, anche se i tre avversari che restano, chi per un verso, chi per l’altro, non rappresentano certo un cammino facile da affrontare.

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