mercoledì 2 Aprile 2025

Block notes di Rocco Sabatella
B

Per l’ennesima volta il Potenza dilapida il doppio vantaggio ottenuto nel primo tempo e si fa raggiungere dal Giugliano,  poi nella ripresa, giocata più all’arma bianca  che con raziocinio, è costretta sempre ad inseguire i campani capaci di andare prima sul tre a due  e essere raggiunti da Schimmenti e poi ritrovare il nuovo vantaggio al minuto novanta con una magistrale punizione di Njambe che non lascia scampo ad Alastra. Nell’ultimo minuto del  recupero, durato oltre otto minuti, la squadra di De Giorgio evita la sconfitta grazie ad un grande gol del giovane Mazzeo che dal limite dell’area grande coglie l’incrocio dei pali. Un pirotecnico 4 a 4 finale che dice pero tante cose negative sulla prova dei rossoblù.  

TANTI ASPETTI NEGATIVI

Alla fine l’unica nota positiva è stata la voglia del Potenza di non mollare. Per il resto questo pareggio assomiglia più ad una sconfitta perché il Potenza ha fatto un clamoroso passo indietro rispetto alla gara con l’Avellino e a quella con l’Altamura di quindici giorni fa. La mancata vittoria mette in pericolo anche la possibilità di ottenere la migliore posizione di classifica atteso che il Catania, grazie al successo in trasferta a Trapani, ha superato i lucani in classifica e il Picerno adesso ha solo un punto in meno rispetto a Caturano e compagni mentre il Benevento, pur battuto dalla capolista Avellino, conserva il sesto posto.  Fare quattro gol in casa e non riuscire ad ottenere i tre punti la dice lunga su quelli che ieri sono stati gli orrori nella prestazione del Potenza. Una involuzione molto evidente che ha avuto il suo momento peggiore nel corso del primo tempo quando il Potenza era avanti di due reti.  A conti fatti il Potenza ha concesso davvero tanto alla formazione di Bertotto che si è presentata al Viviani con un formazione molto giovane priva dei tre elementi più esperti come i centrocampisti De Rosa e Giorgione e il difensore Caldore. Una squadra sbarazzina e sfrontata quella campana che ha approfittato alla grande di un avversario molle, disattento, poco concentrato e che dopo il doppio vantaggio ha commesso l’imperdonabile errore di pensare che la partita fosse già in tasca, facile e scontata. Un atteggiamento completamente sbagliato che rischia di compromettere quello che di buono è stato fatto fino a questo momento.

FASE DI NON POSSESSO ORROR

Centrocampisti e difensori ai minimi storici del rendimento in questa stagione per aver dimenticato di essere compatti nella fase di non possesso lasciando ampia libertà ai centrocampisti e alle punte avversarie che sono entrati nella difesa del Potenza con una facilità disarmante. Del resto i 25 gol subiti nelle 14 partite del girone di ritorno  con una media di quasi due reti subite a partita e l’aver mantenuto la porta inviolata solo contro Benevento e Sorrento, oltre ai 23 subiti nell’andata,  la dicono veramente lunga su quali fossero le deficienze del Potenza e come fosse urgente e inderogabile intervenire nel mercato di gennaio. Ripetiamo un concetto già espresso tante volte. Le 25 reti al passivo confermano un solo dato. Cioè che nonostante nove mesi di lavoro sul campo il rendimento dei difensori non è migliorato per  una semplice ragione:  gran parte di essi non conoscono un fondamentale importantissimo del calcio: quello di saper marcare gli avversari. C’è un aspetto inspiegabile e contraddittorio: come ha fatto il Potenza a terminare 11 partite, comprese tre gare con Turris e Taranto, con la porta inviolata  e perché all’Avellino concedi una sola palla gol poi decisiva e al Giugliano, come ad altri avversari,   offri su un piatto d’argento 4 reti, un palo, una traversa e altre opportunità come forse mai è successo alla squadra di Bertotto in questo campionato.

SECONDO TEMPO  

Perché dobbiamo rimarcare un altro aspetto della partita di ieri. E riguarda il secondo tempo nel quale il collegamento tra difesa e centrocampo nella fase di interdizione non è migliorato di molto viste le reti e le altre occasioni costruite dal Giugliano. Certo Felippe e Castorani hanno accelerato i ritmi per ritrovare il vantaggio o per riequilibrare la gara ma si è giocato con troppa frenesia e senza raziocinio con il risultato di perdere completamente l’equilibrio e dare troppi spazi e opportunità incredibili alla squadra campana. Forse Siatounis, impalpabile nella fase di interdizione, andava cambiato prima.   E questa frenesia sarebbe dovuta finire per lasciare spazio al ragionamento quando Schimmenti ha segnato il gol del 3 a 3. C’erano da giocare ancora 17 minuti più il recupero e l’esigenza era quella di non rischiare più ma di proporre un calcio offensivo razionale per segnare un solo gol per la vittoria. E il fallo del minuto 90 al limite su Ojewale che ha portato alla splendida esecuzione di Njambe è stato ancora il frutto della frenesia che  ha causato il calcio di punizione. Perché non era un fallo da commettere e c’era ancora il recupero da sfruttare.

FUTURO

E’ necessario che De Giorgio trovi per le prossime quattro gare e anche per i play off i correttivi giusti di uomini, vedi Bachini, moduli e altri accorgimenti più che necessari per evitare altre figuracce imperdonabili. Già questa stagione è quella dei tanti rimpianti. Faccia in modo De Giorgio di trovare al più presto le soluzioni. Ma anche la squadra nel suo complesso deve darci dentro con grande impegno nel corso degli allenamenti. Sembra più opportuno, avendo visto tante volte questi vistosi cali di concentrazione, lavorare sulla testa dei giocatori che non sugli aspetti tattici e tecnici. Consigliamo anche a De Giorgio di incazzarsi molto di più con la squadra durante le partite quando si accorge che le cose cominciano a non andare per il verso giusto.

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Per l’ennesima volta il Potenza dilapida il doppio vantaggio ottenuto nel primo tempo e si fa raggiungere dal Giugliano,  poi nella ripresa, giocata più all’arma bianca  che con raziocinio, è costretta sempre ad inseguire i campani capaci di andare prima sul tre a due  e essere raggiunti da Schimmenti e poi ritrovare il nuovo vantaggio al minuto novanta con una magistrale punizione di Njambe che non lascia scampo ad Alastra. Nell’ultimo minuto del  recupero, durato oltre otto minuti, la squadra di De Giorgio evita la sconfitta grazie ad un grande gol del giovane Mazzeo che dal limite dell’area grande coglie l’incrocio dei pali. Un pirotecnico 4 a 4 finale che dice pero tante cose negative sulla prova dei rossoblù.  

TANTI ASPETTI NEGATIVI

Alla fine l’unica nota positiva è stata la voglia del Potenza di non mollare. Per il resto questo pareggio assomiglia più ad una sconfitta perché il Potenza ha fatto un clamoroso passo indietro rispetto alla gara con l’Avellino e a quella con l’Altamura di quindici giorni fa. La mancata vittoria mette in pericolo anche la possibilità di ottenere la migliore posizione di classifica atteso che il Catania, grazie al successo in trasferta a Trapani, ha superato i lucani in classifica e il Picerno adesso ha solo un punto in meno rispetto a Caturano e compagni mentre il Benevento, pur battuto dalla capolista Avellino, conserva il sesto posto.  Fare quattro gol in casa e non riuscire ad ottenere i tre punti la dice lunga su quelli che ieri sono stati gli orrori nella prestazione del Potenza. Una involuzione molto evidente che ha avuto il suo momento peggiore nel corso del primo tempo quando il Potenza era avanti di due reti.  A conti fatti il Potenza ha concesso davvero tanto alla formazione di Bertotto che si è presentata al Viviani con un formazione molto giovane priva dei tre elementi più esperti come i centrocampisti De Rosa e Giorgione e il difensore Caldore. Una squadra sbarazzina e sfrontata quella campana che ha approfittato alla grande di un avversario molle, disattento, poco concentrato e che dopo il doppio vantaggio ha commesso l’imperdonabile errore di pensare che la partita fosse già in tasca, facile e scontata. Un atteggiamento completamente sbagliato che rischia di compromettere quello che di buono è stato fatto fino a questo momento.

FASE DI NON POSSESSO ORROR

Centrocampisti e difensori ai minimi storici del rendimento in questa stagione per aver dimenticato di essere compatti nella fase di non possesso lasciando ampia libertà ai centrocampisti e alle punte avversarie che sono entrati nella difesa del Potenza con una facilità disarmante. Del resto i 25 gol subiti nelle 14 partite del girone di ritorno  con una media di quasi due reti subite a partita e l’aver mantenuto la porta inviolata solo contro Benevento e Sorrento, oltre ai 23 subiti nell’andata,  la dicono veramente lunga su quali fossero le deficienze del Potenza e come fosse urgente e inderogabile intervenire nel mercato di gennaio. Ripetiamo un concetto già espresso tante volte. Le 25 reti al passivo confermano un solo dato. Cioè che nonostante nove mesi di lavoro sul campo il rendimento dei difensori non è migliorato per  una semplice ragione:  gran parte di essi non conoscono un fondamentale importantissimo del calcio: quello di saper marcare gli avversari. C’è un aspetto inspiegabile e contraddittorio: come ha fatto il Potenza a terminare 11 partite, comprese tre gare con Turris e Taranto, con la porta inviolata  e perché all’Avellino concedi una sola palla gol poi decisiva e al Giugliano, come ad altri avversari,   offri su un piatto d’argento 4 reti, un palo, una traversa e altre opportunità come forse mai è successo alla squadra di Bertotto in questo campionato.

SECONDO TEMPO  

Perché dobbiamo rimarcare un altro aspetto della partita di ieri. E riguarda il secondo tempo nel quale il collegamento tra difesa e centrocampo nella fase di interdizione non è migliorato di molto viste le reti e le altre occasioni costruite dal Giugliano. Certo Felippe e Castorani hanno accelerato i ritmi per ritrovare il vantaggio o per riequilibrare la gara ma si è giocato con troppa frenesia e senza raziocinio con il risultato di perdere completamente l’equilibrio e dare troppi spazi e opportunità incredibili alla squadra campana. Forse Siatounis, impalpabile nella fase di interdizione, andava cambiato prima.   E questa frenesia sarebbe dovuta finire per lasciare spazio al ragionamento quando Schimmenti ha segnato il gol del 3 a 3. C’erano da giocare ancora 17 minuti più il recupero e l’esigenza era quella di non rischiare più ma di proporre un calcio offensivo razionale per segnare un solo gol per la vittoria. E il fallo del minuto 90 al limite su Ojewale che ha portato alla splendida esecuzione di Njambe è stato ancora il frutto della frenesia che  ha causato il calcio di punizione. Perché non era un fallo da commettere e c’era ancora il recupero da sfruttare.

FUTURO

E’ necessario che De Giorgio trovi per le prossime quattro gare e anche per i play off i correttivi giusti di uomini, vedi Bachini, moduli e altri accorgimenti più che necessari per evitare altre figuracce imperdonabili. Già questa stagione è quella dei tanti rimpianti. Faccia in modo De Giorgio di trovare al più presto le soluzioni. Ma anche la squadra nel suo complesso deve darci dentro con grande impegno nel corso degli allenamenti. Sembra più opportuno, avendo visto tante volte questi vistosi cali di concentrazione, lavorare sulla testa dei giocatori che non sugli aspetti tattici e tecnici. Consigliamo anche a De Giorgio di incazzarsi molto di più con la squadra durante le partite quando si accorge che le cose cominciano a non andare per il verso giusto.

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TANTI ASPETTI NEGATIVI

Alla fine l’unica nota positiva è stata la voglia del Potenza di non mollare. Per il resto questo pareggio assomiglia più ad una sconfitta perché il Potenza ha fatto un clamoroso passo indietro rispetto alla gara con l’Avellino e a quella con l’Altamura di quindici giorni fa. La mancata vittoria mette in pericolo anche la possibilità di ottenere la migliore posizione di classifica atteso che il Catania, grazie al successo in trasferta a Trapani, ha superato i lucani in classifica e il Picerno adesso ha solo un punto in meno rispetto a Caturano e compagni mentre il Benevento, pur battuto dalla capolista Avellino, conserva il sesto posto.  Fare quattro gol in casa e non riuscire ad ottenere i tre punti la dice lunga su quelli che ieri sono stati gli orrori nella prestazione del Potenza. Una involuzione molto evidente che ha avuto il suo momento peggiore nel corso del primo tempo quando il Potenza era avanti di due reti.  A conti fatti il Potenza ha concesso davvero tanto alla formazione di Bertotto che si è presentata al Viviani con un formazione molto giovane priva dei tre elementi più esperti come i centrocampisti De Rosa e Giorgione e il difensore Caldore. Una squadra sbarazzina e sfrontata quella campana che ha approfittato alla grande di un avversario molle, disattento, poco concentrato e che dopo il doppio vantaggio ha commesso l’imperdonabile errore di pensare che la partita fosse già in tasca, facile e scontata. Un atteggiamento completamente sbagliato che rischia di compromettere quello che di buono è stato fatto fino a questo momento.

FASE DI NON POSSESSO ORROR

Centrocampisti e difensori ai minimi storici del rendimento in questa stagione per aver dimenticato di essere compatti nella fase di non possesso lasciando ampia libertà ai centrocampisti e alle punte avversarie che sono entrati nella difesa del Potenza con una facilità disarmante. Del resto i 25 gol subiti nelle 14 partite del girone di ritorno  con una media di quasi due reti subite a partita e l’aver mantenuto la porta inviolata solo contro Benevento e Sorrento, oltre ai 23 subiti nell’andata,  la dicono veramente lunga su quali fossero le deficienze del Potenza e come fosse urgente e inderogabile intervenire nel mercato di gennaio. Ripetiamo un concetto già espresso tante volte. Le 25 reti al passivo confermano un solo dato. Cioè che nonostante nove mesi di lavoro sul campo il rendimento dei difensori non è migliorato per  una semplice ragione:  gran parte di essi non conoscono un fondamentale importantissimo del calcio: quello di saper marcare gli avversari. C’è un aspetto inspiegabile e contraddittorio: come ha fatto il Potenza a terminare 11 partite, comprese tre gare con Turris e Taranto, con la porta inviolata  e perché all’Avellino concedi una sola palla gol poi decisiva e al Giugliano, come ad altri avversari,   offri su un piatto d’argento 4 reti, un palo, una traversa e altre opportunità come forse mai è successo alla squadra di Bertotto in questo campionato.

SECONDO TEMPO  

Perché dobbiamo rimarcare un altro aspetto della partita di ieri. E riguarda il secondo tempo nel quale il collegamento tra difesa e centrocampo nella fase di interdizione non è migliorato di molto viste le reti e le altre occasioni costruite dal Giugliano. Certo Felippe e Castorani hanno accelerato i ritmi per ritrovare il vantaggio o per riequilibrare la gara ma si è giocato con troppa frenesia e senza raziocinio con il risultato di perdere completamente l’equilibrio e dare troppi spazi e opportunità incredibili alla squadra campana. Forse Siatounis, impalpabile nella fase di interdizione, andava cambiato prima.   E questa frenesia sarebbe dovuta finire per lasciare spazio al ragionamento quando Schimmenti ha segnato il gol del 3 a 3. C’erano da giocare ancora 17 minuti più il recupero e l’esigenza era quella di non rischiare più ma di proporre un calcio offensivo razionale per segnare un solo gol per la vittoria. E il fallo del minuto 90 al limite su Ojewale che ha portato alla splendida esecuzione di Njambe è stato ancora il frutto della frenesia che  ha causato il calcio di punizione. Perché non era un fallo da commettere e c’era ancora il recupero da sfruttare.

FUTURO

E’ necessario che De Giorgio trovi per le prossime quattro gare e anche per i play off i correttivi giusti di uomini, vedi Bachini, moduli e altri accorgimenti più che necessari per evitare altre figuracce imperdonabili. Già questa stagione è quella dei tanti rimpianti. Faccia in modo De Giorgio di trovare al più presto le soluzioni. Ma anche la squadra nel suo complesso deve darci dentro con grande impegno nel corso degli allenamenti. Sembra più opportuno, avendo visto tante volte questi vistosi cali di concentrazione, lavorare sulla testa dei giocatori che non sugli aspetti tattici e tecnici. Consigliamo anche a De Giorgio di incazzarsi molto di più con la squadra durante le partite quando si accorge che le cose cominciano a non andare per il verso giusto.

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