domenica 9 Marzo 2025

La pillola del giorno dopo Potenza-Cavese di Alfonso Pecoraro
L

Il nostro amatissimo Potenza è questo. Gioca bene, segna gol bellissimi (entrambi quelli di ieri sono gioielli), ma è di una fragilità impressionante. Lo ha detto anche De Giorgio: ha paura. Indietreggia. Ha un limite clamoroso per chi dovrebbe avere un’ambizione: sa che può prendere un gol da un momento all’altro, da chiunque e in qualsiasi modo. E puntualmente accade. E puntualmente si ripete.

Sto maturando la convinzione che la vera e propria lacuna di quest’anno non solo sia stata la difesa (o chiamatela come volete, la fase difendente, il reparto, i singoli oggettivamente non di valore eccelso), ma anche e soprattutto l’assenza della personalità, dell’esperienza. In una squadra giovane, sbarazzina, come spesso dice De Giorgio, questa è una qualità che ho la hai o la devi comprare al mercato, scegliendo qualche giocatore che possa prendere per mano il gruppo. Caturano da solo non basta. Gli esempi sono chiari perché li abbiamo visti di recente: Emerson, Giosa, Dettori, Ioime. Una partita dominata per 30’ e sul 2-0 non può e non deve essere pareggiata solo perché con un tiro da 30 metri un’avversaria, nemmeno tanto trascendentale perché fino ad allora chiaramente dominata, la riapre.

E questa mancanza di personalità ti porta a stare sulle montagne russe: a velocità importanti ma con sali e scendi continui per colpa dei quali non si potrà avere pretese particolari. Da sempre si vince con la continuità e il Potenza si è costruito il suo campionato proprio quando è stato costante nel rendimento e nel risultato. Oggi questa costanza è al ribasso, nel senso che proprio nel momento in cui bisognava spiccare il volo si sono acuiti i limiti, che oggi racchiudo in una personalità debole e in una difesa colabrodo. Picerno non al top, Cavese senza pretese, due pareggi uguali che stanno rendendo normale un campionato che ci aveva illuso. E ora arriva l’Altamura che in trasferta non perde da novembre. Ed in precedenza devo per forza ricordare che si è vinto col Foggia in nove, nel bel mezzo di un periodo in cui hanno pesato moltissimo le pressioni su una squadra che non le sa gestire.

L’ho scritto qualche tempo fa: questa squadra ha fatto molto bene quando era tranquilla, quando doveva giocare semplicemente per non vincere nulla. Quando si è arrivati a quel punto, a partire dalla sfida col Cerignola, ormai è risaputo, la parabola è stata discendente.

Pressioni, lo scrivevo la settimana scorsa, che sono deleterie per questa squadra che quando ha compreso realmente dove è andata a finire, si è sciolta e ne ha pagato le conseguenze. Sarà un esempio stupido, ma lo faccio: sono già diverse settimane che si è deciso di chiudere le porte degli allenamenti negli ultimi giorni prima delle partite. Ma perché? Per nascondere cosa? Dato che poi in campo novità clamorose non se ne vedono. Sorprese non ce ne sono mai.

La settimana scorsa ho scritto che questo è. Bisogna solo continuare a divertirsi senza farsi strani pensieri, anche se i playoff sono un terno al lotto. Bicchiere ancora mezzo pieno, è vero, nessuno dimenticherà mai i meriti che ci sono stati a stare nel bel mezzo delle grandi del campionato, ma non faccio certo peccato a ribadire che, come tanti, purtroppo ci stavo quasi credendo.

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Il nostro amatissimo Potenza è questo. Gioca bene, segna gol bellissimi (entrambi quelli di ieri sono gioielli), ma è di una fragilità impressionante. Lo ha detto anche De Giorgio: ha paura. Indietreggia. Ha un limite clamoroso per chi dovrebbe avere un’ambizione: sa che può prendere un gol da un momento all’altro, da chiunque e in qualsiasi modo. E puntualmente accade. E puntualmente si ripete.

Sto maturando la convinzione che la vera e propria lacuna di quest’anno non solo sia stata la difesa (o chiamatela come volete, la fase difendente, il reparto, i singoli oggettivamente non di valore eccelso), ma anche e soprattutto l’assenza della personalità, dell’esperienza. In una squadra giovane, sbarazzina, come spesso dice De Giorgio, questa è una qualità che ho la hai o la devi comprare al mercato, scegliendo qualche giocatore che possa prendere per mano il gruppo. Caturano da solo non basta. Gli esempi sono chiari perché li abbiamo visti di recente: Emerson, Giosa, Dettori, Ioime. Una partita dominata per 30’ e sul 2-0 non può e non deve essere pareggiata solo perché con un tiro da 30 metri un’avversaria, nemmeno tanto trascendentale perché fino ad allora chiaramente dominata, la riapre.

E questa mancanza di personalità ti porta a stare sulle montagne russe: a velocità importanti ma con sali e scendi continui per colpa dei quali non si potrà avere pretese particolari. Da sempre si vince con la continuità e il Potenza si è costruito il suo campionato proprio quando è stato costante nel rendimento e nel risultato. Oggi questa costanza è al ribasso, nel senso che proprio nel momento in cui bisognava spiccare il volo si sono acuiti i limiti, che oggi racchiudo in una personalità debole e in una difesa colabrodo. Picerno non al top, Cavese senza pretese, due pareggi uguali che stanno rendendo normale un campionato che ci aveva illuso. E ora arriva l’Altamura che in trasferta non perde da novembre. Ed in precedenza devo per forza ricordare che si è vinto col Foggia in nove, nel bel mezzo di un periodo in cui hanno pesato moltissimo le pressioni su una squadra che non le sa gestire.

L’ho scritto qualche tempo fa: questa squadra ha fatto molto bene quando era tranquilla, quando doveva giocare semplicemente per non vincere nulla. Quando si è arrivati a quel punto, a partire dalla sfida col Cerignola, ormai è risaputo, la parabola è stata discendente.

Pressioni, lo scrivevo la settimana scorsa, che sono deleterie per questa squadra che quando ha compreso realmente dove è andata a finire, si è sciolta e ne ha pagato le conseguenze. Sarà un esempio stupido, ma lo faccio: sono già diverse settimane che si è deciso di chiudere le porte degli allenamenti negli ultimi giorni prima delle partite. Ma perché? Per nascondere cosa? Dato che poi in campo novità clamorose non se ne vedono. Sorprese non ce ne sono mai.

La settimana scorsa ho scritto che questo è. Bisogna solo continuare a divertirsi senza farsi strani pensieri, anche se i playoff sono un terno al lotto. Bicchiere ancora mezzo pieno, è vero, nessuno dimenticherà mai i meriti che ci sono stati a stare nel bel mezzo delle grandi del campionato, ma non faccio certo peccato a ribadire che, come tanti, purtroppo ci stavo quasi credendo.

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Sto maturando la convinzione che la vera e propria lacuna di quest’anno non solo sia stata la difesa (o chiamatela come volete, la fase difendente, il reparto, i singoli oggettivamente non di valore eccelso), ma anche e soprattutto l’assenza della personalità, dell’esperienza. In una squadra giovane, sbarazzina, come spesso dice De Giorgio, questa è una qualità che ho la hai o la devi comprare al mercato, scegliendo qualche giocatore che possa prendere per mano il gruppo. Caturano da solo non basta. Gli esempi sono chiari perché li abbiamo visti di recente: Emerson, Giosa, Dettori, Ioime. Una partita dominata per 30’ e sul 2-0 non può e non deve essere pareggiata solo perché con un tiro da 30 metri un’avversaria, nemmeno tanto trascendentale perché fino ad allora chiaramente dominata, la riapre.

E questa mancanza di personalità ti porta a stare sulle montagne russe: a velocità importanti ma con sali e scendi continui per colpa dei quali non si potrà avere pretese particolari. Da sempre si vince con la continuità e il Potenza si è costruito il suo campionato proprio quando è stato costante nel rendimento e nel risultato. Oggi questa costanza è al ribasso, nel senso che proprio nel momento in cui bisognava spiccare il volo si sono acuiti i limiti, che oggi racchiudo in una personalità debole e in una difesa colabrodo. Picerno non al top, Cavese senza pretese, due pareggi uguali che stanno rendendo normale un campionato che ci aveva illuso. E ora arriva l’Altamura che in trasferta non perde da novembre. Ed in precedenza devo per forza ricordare che si è vinto col Foggia in nove, nel bel mezzo di un periodo in cui hanno pesato moltissimo le pressioni su una squadra che non le sa gestire.

L’ho scritto qualche tempo fa: questa squadra ha fatto molto bene quando era tranquilla, quando doveva giocare semplicemente per non vincere nulla. Quando si è arrivati a quel punto, a partire dalla sfida col Cerignola, ormai è risaputo, la parabola è stata discendente.

Pressioni, lo scrivevo la settimana scorsa, che sono deleterie per questa squadra che quando ha compreso realmente dove è andata a finire, si è sciolta e ne ha pagato le conseguenze. Sarà un esempio stupido, ma lo faccio: sono già diverse settimane che si è deciso di chiudere le porte degli allenamenti negli ultimi giorni prima delle partite. Ma perché? Per nascondere cosa? Dato che poi in campo novità clamorose non se ne vedono. Sorprese non ce ne sono mai.

La settimana scorsa ho scritto che questo è. Bisogna solo continuare a divertirsi senza farsi strani pensieri, anche se i playoff sono un terno al lotto. Bicchiere ancora mezzo pieno, è vero, nessuno dimenticherà mai i meriti che ci sono stati a stare nel bel mezzo delle grandi del campionato, ma non faccio certo peccato a ribadire che, come tanti, purtroppo ci stavo quasi credendo.

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