mercoledì 12 Marzo 2025

Block notes dopo Potenza-Juve Ng di Rocco Sabatella
B

Il Potenza interrompe la serie negativa delle tre sconfitte consecutive e pur avendo giocato per oltre un’ora in inferiorità numerica  per l’espulsione di Felippe con rosso diretto per un entrata a gamba tesa su Comenencia. Alla fine conquista un prezioso  pareggio uscendo dal campo con un po’ di rammarico per non aver portato a casa il successo dopo essere passato in vantaggio con il delizioso pallonetto di Schimmenti su assist di Rosafio. Perché c’era il timore che la Juve Next Gen avrebbe fatto tutto il possibile nella ripresa per sfruttare l’uomo in più e per ottenere la vittoria. 

I MERITI DI DE GIORGIO

Oggi dobbiamo dare a Cesare quello che è di Cesare nel senso di dare i meriti al tecnico rossoblù per aver, in pratica, azzeccato, tutte le mosse fatte nella ripresa. A cominciare dalla decisione di confermare gli stessi dieci che erano in campo nel corso della prima frazione di gioco. Era sicuramente ipotizzabile un cambio conservativo con l’ingresso di un altro centrocampista per uno degli attaccanti esterni. Invece De Giorgio ha pensato bene di non mutare nulla né a centrocampo e nemmeno sul fronte offensivo. E questo per due motivi. Visto che anche la Juve giocava con soli due centrocampisti, ha ritenuto che Castorani e Erradi bastassero per contrastare gli omologhi bianconeri. Come ha pensato bene di tenere in campo sia Rosafio a destra che Petrungaro sull’altro lato per tenere impegnati i difensori esterni e non ritrovarseli nella propria metà campo. Oltre all’altra mossa di mettere in campo Milesi al posto di Novella e spostare sulla destra Riggio. Come quasi decisiva si è mostrata l’entrata in campo di Schimmenti molto attivo e tornato al gol dopo una lunga astinenza. E indubbiamente la situazione è nettamente migliorata perché il Potenza non ha mai dato l’impressione di giocare con un uomo in meno. In pratica la squadra di De Giorgio ha potuto sviluppare il suo solito gioco con grande continuità e ha costruito anche interessanti azioni offensive. Probabilmente la Juve Next Gen è rimasta sorpresa dall’organizzazione complessiva del Potenza e ha dovuto fare più attenzione al Potenza molto propositivo piuttosto che cercare di attaccare con continuità per mettere in difficoltà i rossoblù lucani. Ovviamente per avere il migliore equilibrio possibile, è stato fondamentale il contributo di tutti e tre gli attaccanti bravi a rinculare per aiutare i compagni in mezzo al campo e andare a raddoppiare le marcature sulle corsie per impedire agli esterni bianconeri di trovarsi in superiorità numerica.

I SINGOLI

Senza voler sminuire la prova degli altri elementi, una menzione particolare per Verrengia, migliore in campo, a nostro giudizio, per aver saputo interpretare alla perfezione il suo ruolo sia nel contrastare con grande efficacia le punte della Juve e sia nel fare ripartire l’azione dal basso. Milesi è entrato bene in partita conservando la giusta concentrazione fino al termine.  Riggio a destra ha frenato molto bene i tentativi di incursione di Turicchia e Afena Gyan entrato al posto di Adzic. Al contrario di quanto successo nel primo tempo quando su quel lato la Juve ha avuto sempre la meglio provocando seri pericoli per Alastra. Castorani ed Erradi sono cresciuti notevolmente nella ripresa avendo la meglio sugli avversari diretti Macca e Faticanti guidando la squadra nel proporre gioco propositivo.     

IL PRESIDENTE MACCHIA

Il gol del pareggio bianconero che ha suscitato le vibranti proteste di Alastra, ammonito,  per un netto fuorigioco attivo di Guerra, come dimostrano le immagini, che ha impedito al portiere del Potenza di avere la visuale del tiro, l’ammonizione di Felippe per simulazione per una caduta nell’area della Juve e l’episodio del fuorigioco di Tumminello sul primo gol del Crotone  hanno indispettito assai il presidente Donato Macchia che è venuto in sala stampa per annunciare una sua azione forte con il presidente della Lega Pro Marani e con quello della Federcalcio Gravina, oltre che con tutte le sessanta società della C per chiedere dalla prossima stagione agonistica l’introduzione del Var anche nel campionato di serie C. Aggiungendo che in caso non si raggiunga l’obiettivo,  lui sarebbe pronto a lasciare il calcio. Si è trattato, secondo noi, più che altro di una presa di posizione molto forte e provocatoria che di un reale proposito di lasciare il Potenza. Il Var avrebbe lo scopo di aiutare la classe arbitrale della serie C che potrebbe essere messa nelle condizioni di poter correggere i tanti errori che vediamo ogni domenica sui campi.  L’ introduzione del Var non è un capriccio del presidente ma un reale diritto che spetta a chi nel calcio investe tanti soldi. E dovrebbero essere il presidente della Federcalcio Gravina e quello della Lega Pro Marani a farsi carico di questa esigenza delle società. Com’è molto urgente mettere mano alla riforma dei campionati tante volte annunciata e sempre rimasta lettera morta. E a  dimostrazione della necessità di avere il mezzo tecnologico c’è l’episodio del gol di ieri di Afena Gyan.   Un gol che, se ci fosse stato il Var, sarebbe stato annullato per l’evidente fuorigioco attivo di Guerra ad impedire la visuale al portiere Alastra. Come sarebbe stato annullato anche il gol di Tumminello di sabato scorso.  La prestazione più del pareggio ha dimostrato che il Potenza è vivo, che ha superato il momento negativo e che potrà avere tutte le chances per conquistare la migliore posizione nella griglia play off. Visto che alcuni risultati di ieri sono stati favorevoli ai rossoblù. Come i pareggi interni di Benevento, Trapani e Catania e la sconfitta del Crotone ad Avellino.  

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Il Potenza interrompe la serie negativa delle tre sconfitte consecutive e pur avendo giocato per oltre un’ora in inferiorità numerica  per l’espulsione di Felippe con rosso diretto per un entrata a gamba tesa su Comenencia. Alla fine conquista un prezioso  pareggio uscendo dal campo con un po’ di rammarico per non aver portato a casa il successo dopo essere passato in vantaggio con il delizioso pallonetto di Schimmenti su assist di Rosafio. Perché c’era il timore che la Juve Next Gen avrebbe fatto tutto il possibile nella ripresa per sfruttare l’uomo in più e per ottenere la vittoria. 

I MERITI DI DE GIORGIO

Oggi dobbiamo dare a Cesare quello che è di Cesare nel senso di dare i meriti al tecnico rossoblù per aver, in pratica, azzeccato, tutte le mosse fatte nella ripresa. A cominciare dalla decisione di confermare gli stessi dieci che erano in campo nel corso della prima frazione di gioco. Era sicuramente ipotizzabile un cambio conservativo con l’ingresso di un altro centrocampista per uno degli attaccanti esterni. Invece De Giorgio ha pensato bene di non mutare nulla né a centrocampo e nemmeno sul fronte offensivo. E questo per due motivi. Visto che anche la Juve giocava con soli due centrocampisti, ha ritenuto che Castorani e Erradi bastassero per contrastare gli omologhi bianconeri. Come ha pensato bene di tenere in campo sia Rosafio a destra che Petrungaro sull’altro lato per tenere impegnati i difensori esterni e non ritrovarseli nella propria metà campo. Oltre all’altra mossa di mettere in campo Milesi al posto di Novella e spostare sulla destra Riggio. Come quasi decisiva si è mostrata l’entrata in campo di Schimmenti molto attivo e tornato al gol dopo una lunga astinenza. E indubbiamente la situazione è nettamente migliorata perché il Potenza non ha mai dato l’impressione di giocare con un uomo in meno. In pratica la squadra di De Giorgio ha potuto sviluppare il suo solito gioco con grande continuità e ha costruito anche interessanti azioni offensive. Probabilmente la Juve Next Gen è rimasta sorpresa dall’organizzazione complessiva del Potenza e ha dovuto fare più attenzione al Potenza molto propositivo piuttosto che cercare di attaccare con continuità per mettere in difficoltà i rossoblù lucani. Ovviamente per avere il migliore equilibrio possibile, è stato fondamentale il contributo di tutti e tre gli attaccanti bravi a rinculare per aiutare i compagni in mezzo al campo e andare a raddoppiare le marcature sulle corsie per impedire agli esterni bianconeri di trovarsi in superiorità numerica.

I SINGOLI

Senza voler sminuire la prova degli altri elementi, una menzione particolare per Verrengia, migliore in campo, a nostro giudizio, per aver saputo interpretare alla perfezione il suo ruolo sia nel contrastare con grande efficacia le punte della Juve e sia nel fare ripartire l’azione dal basso. Milesi è entrato bene in partita conservando la giusta concentrazione fino al termine.  Riggio a destra ha frenato molto bene i tentativi di incursione di Turicchia e Afena Gyan entrato al posto di Adzic. Al contrario di quanto successo nel primo tempo quando su quel lato la Juve ha avuto sempre la meglio provocando seri pericoli per Alastra. Castorani ed Erradi sono cresciuti notevolmente nella ripresa avendo la meglio sugli avversari diretti Macca e Faticanti guidando la squadra nel proporre gioco propositivo.     

IL PRESIDENTE MACCHIA

Il gol del pareggio bianconero che ha suscitato le vibranti proteste di Alastra, ammonito,  per un netto fuorigioco attivo di Guerra, come dimostrano le immagini, che ha impedito al portiere del Potenza di avere la visuale del tiro, l’ammonizione di Felippe per simulazione per una caduta nell’area della Juve e l’episodio del fuorigioco di Tumminello sul primo gol del Crotone  hanno indispettito assai il presidente Donato Macchia che è venuto in sala stampa per annunciare una sua azione forte con il presidente della Lega Pro Marani e con quello della Federcalcio Gravina, oltre che con tutte le sessanta società della C per chiedere dalla prossima stagione agonistica l’introduzione del Var anche nel campionato di serie C. Aggiungendo che in caso non si raggiunga l’obiettivo,  lui sarebbe pronto a lasciare il calcio. Si è trattato, secondo noi, più che altro di una presa di posizione molto forte e provocatoria che di un reale proposito di lasciare il Potenza. Il Var avrebbe lo scopo di aiutare la classe arbitrale della serie C che potrebbe essere messa nelle condizioni di poter correggere i tanti errori che vediamo ogni domenica sui campi.  L’ introduzione del Var non è un capriccio del presidente ma un reale diritto che spetta a chi nel calcio investe tanti soldi. E dovrebbero essere il presidente della Federcalcio Gravina e quello della Lega Pro Marani a farsi carico di questa esigenza delle società. Com’è molto urgente mettere mano alla riforma dei campionati tante volte annunciata e sempre rimasta lettera morta. E a  dimostrazione della necessità di avere il mezzo tecnologico c’è l’episodio del gol di ieri di Afena Gyan.   Un gol che, se ci fosse stato il Var, sarebbe stato annullato per l’evidente fuorigioco attivo di Guerra ad impedire la visuale al portiere Alastra. Come sarebbe stato annullato anche il gol di Tumminello di sabato scorso.  La prestazione più del pareggio ha dimostrato che il Potenza è vivo, che ha superato il momento negativo e che potrà avere tutte le chances per conquistare la migliore posizione nella griglia play off. Visto che alcuni risultati di ieri sono stati favorevoli ai rossoblù. Come i pareggi interni di Benevento, Trapani e Catania e la sconfitta del Crotone ad Avellino.  

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I MERITI DI DE GIORGIO

Oggi dobbiamo dare a Cesare quello che è di Cesare nel senso di dare i meriti al tecnico rossoblù per aver, in pratica, azzeccato, tutte le mosse fatte nella ripresa. A cominciare dalla decisione di confermare gli stessi dieci che erano in campo nel corso della prima frazione di gioco. Era sicuramente ipotizzabile un cambio conservativo con l’ingresso di un altro centrocampista per uno degli attaccanti esterni. Invece De Giorgio ha pensato bene di non mutare nulla né a centrocampo e nemmeno sul fronte offensivo. E questo per due motivi. Visto che anche la Juve giocava con soli due centrocampisti, ha ritenuto che Castorani e Erradi bastassero per contrastare gli omologhi bianconeri. Come ha pensato bene di tenere in campo sia Rosafio a destra che Petrungaro sull’altro lato per tenere impegnati i difensori esterni e non ritrovarseli nella propria metà campo. Oltre all’altra mossa di mettere in campo Milesi al posto di Novella e spostare sulla destra Riggio. Come quasi decisiva si è mostrata l’entrata in campo di Schimmenti molto attivo e tornato al gol dopo una lunga astinenza. E indubbiamente la situazione è nettamente migliorata perché il Potenza non ha mai dato l’impressione di giocare con un uomo in meno. In pratica la squadra di De Giorgio ha potuto sviluppare il suo solito gioco con grande continuità e ha costruito anche interessanti azioni offensive. Probabilmente la Juve Next Gen è rimasta sorpresa dall’organizzazione complessiva del Potenza e ha dovuto fare più attenzione al Potenza molto propositivo piuttosto che cercare di attaccare con continuità per mettere in difficoltà i rossoblù lucani. Ovviamente per avere il migliore equilibrio possibile, è stato fondamentale il contributo di tutti e tre gli attaccanti bravi a rinculare per aiutare i compagni in mezzo al campo e andare a raddoppiare le marcature sulle corsie per impedire agli esterni bianconeri di trovarsi in superiorità numerica.

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Senza voler sminuire la prova degli altri elementi, una menzione particolare per Verrengia, migliore in campo, a nostro giudizio, per aver saputo interpretare alla perfezione il suo ruolo sia nel contrastare con grande efficacia le punte della Juve e sia nel fare ripartire l’azione dal basso. Milesi è entrato bene in partita conservando la giusta concentrazione fino al termine.  Riggio a destra ha frenato molto bene i tentativi di incursione di Turicchia e Afena Gyan entrato al posto di Adzic. Al contrario di quanto successo nel primo tempo quando su quel lato la Juve ha avuto sempre la meglio provocando seri pericoli per Alastra. Castorani ed Erradi sono cresciuti notevolmente nella ripresa avendo la meglio sugli avversari diretti Macca e Faticanti guidando la squadra nel proporre gioco propositivo.     

IL PRESIDENTE MACCHIA

Il gol del pareggio bianconero che ha suscitato le vibranti proteste di Alastra, ammonito,  per un netto fuorigioco attivo di Guerra, come dimostrano le immagini, che ha impedito al portiere del Potenza di avere la visuale del tiro, l’ammonizione di Felippe per simulazione per una caduta nell’area della Juve e l’episodio del fuorigioco di Tumminello sul primo gol del Crotone  hanno indispettito assai il presidente Donato Macchia che è venuto in sala stampa per annunciare una sua azione forte con il presidente della Lega Pro Marani e con quello della Federcalcio Gravina, oltre che con tutte le sessanta società della C per chiedere dalla prossima stagione agonistica l’introduzione del Var anche nel campionato di serie C. Aggiungendo che in caso non si raggiunga l’obiettivo,  lui sarebbe pronto a lasciare il calcio. Si è trattato, secondo noi, più che altro di una presa di posizione molto forte e provocatoria che di un reale proposito di lasciare il Potenza. Il Var avrebbe lo scopo di aiutare la classe arbitrale della serie C che potrebbe essere messa nelle condizioni di poter correggere i tanti errori che vediamo ogni domenica sui campi.  L’ introduzione del Var non è un capriccio del presidente ma un reale diritto che spetta a chi nel calcio investe tanti soldi. E dovrebbero essere il presidente della Federcalcio Gravina e quello della Lega Pro Marani a farsi carico di questa esigenza delle società. Com’è molto urgente mettere mano alla riforma dei campionati tante volte annunciata e sempre rimasta lettera morta. E a  dimostrazione della necessità di avere il mezzo tecnologico c’è l’episodio del gol di ieri di Afena Gyan.   Un gol che, se ci fosse stato il Var, sarebbe stato annullato per l’evidente fuorigioco attivo di Guerra ad impedire la visuale al portiere Alastra. Come sarebbe stato annullato anche il gol di Tumminello di sabato scorso.  La prestazione più del pareggio ha dimostrato che il Potenza è vivo, che ha superato il momento negativo e che potrà avere tutte le chances per conquistare la migliore posizione nella griglia play off. Visto che alcuni risultati di ieri sono stati favorevoli ai rossoblù. Come i pareggi interni di Benevento, Trapani e Catania e la sconfitta del Crotone ad Avellino.  

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