Emozione: nel lessico psicologico indica una reazione affettiva intensa accompagnata anche da reazioni fisiche e psichiche. Fisiche lo posso anche immaginare, perchè sugli spalti del Viviani ho visto, come da tempo non accadeva, scene da delirio festaiolo (me compreso). Leggo, psichiche, pure? Buono a sapersi, perché evidentemente attiene anche alla mente. E allora dico: usiamola bene la mente e la testa. Equilibrio e umiltà, ossia quello che finora è stato. E mi sto concentrando sugli aspetti più logici, quelli più terreni.
Ma la mente va anche oltre e se leggo la ‘Treccani’ è scritto ‘emozione: impressione viva, turbamento, eccitazione’. Tutto lecito, quindi, eccitiamoci pure. E godiamo di una gioia inaspettata che è anche quella più gradita. Sono certo che stamattina in tanti si saranno svegliati con il sorriso stampato in faccia, ma anche con la consapevolezza di poter andare ben oltre il sogno.
Beninteso, intendo dire che questo Potenza è un po’ come quello che ‘non vende sogni, ma solide realtà’. E se una vecchia volpe dei campionati di C, Auteri, ben consapevole di commentare una partita che non è stata (ha detto: “gara condizionata dagli episodi, al Potenza non abbiamo concesso nulla, decisiva l’espulsione di Pinato” – giuro, l’ha detto) dice quello che ha detto è per una sola e unica ragione: ha paura. Teme (e come lui, sono certo, anche gli altri) questa squadra e tutto quello che la sta spingendo sempre più in alto. Finora con pieno merito (nel senso di dire che nessuno ha regalato nulla) ed è una solidissima realtà.
Uso una metafora che ieri citava il mio fraterno collega Ciccio Loscalzo: “attenzione che nelle volate, chi arriva da dietro è più lanciato”, specie – aggiungo io – se gli avversari sono concentrati a controllarsi tra loro e non danno peso a chi arriva dalle loro spalle.
Quindi al momento godiamocela questa emozione, dicevo, che soprattutto ci rende vivi; ci dà adrenalina, ci rende il sangue bollente, ci dà consapevolezza della nostra forza. Godiamoci questi giorni perché sono oltretutto vissuti di una bellezza giusta, che difficilmente si vede sui campi di calcio. Una banda di scalmanati, nel senso buono, che lotta su tutti i palloni con un’energia doppia rispetto agli altri, che sa cosa vuol dire fare un’azione da gol, che la butta dentro, che si difende con i denti e con l’anima, che rappresenta un gruppo solido, forte, granitico e inattaccabile. Viviamocelo. Emozioniamoci e eccitiamoci.
E visto che prima ho citato uno slang pubblicitario, mi congedo con un altro, quello del mobilificio di Biella, Aiazzone: ‘Provare per credere’.