Nella nostra lunga attività di cronisti sportivi, non ricordiamo una partita del Potenza in cui i rossoblù hanno segnato quattro reti nello spazio di 10 minuti come è successo ieri con il Latina tra i minuti 54 e 64. E’ stato un secondo tempo stellare quello giocato dal Potenza contro i laziali. E lo è stato nel momento meno favorevole per la squadra di De Giorgio che dopo due minuti della ripresa aveva subito il pareggio del Latina. Un pareggio meritato dai laziali anche per quello che avevano fatto nella seconda metà del primo tempo. Ma sull’1 a 1 è successo l’imponderabile perché è cominciata letteralmente un’altra partita. E questa completamente dalla parte della squadra lucana.
ROSAFIO SUPER
Dalla punizione capolavoro è partita la rinascita di Marco Rosafio che, fino a questo momento, è stato la più grande delusione del girone di andata. Una cosa inspiegabile per un giocatore dotato di mezzi tecnici alquanto notevoli. Rosafio si è ricordato di avere queste grandi qualità e ha finalmente deciso di metterle a disposizione del Potenza. Una traiettoria incredibile disegnata dal suo sinistro per fare andare a morire il pallone all’incrocio dei pali dove il pur valido portiere ospite non ci sarebbe potuto mai arrivare. Un gol di rara bellezza utile al Potenza per ripassare in vantaggio ma soprattutto fondamentale per il giocatore che, dopo questa punizione capolavoro, si è trasformato in positivo perché in meno di 45 minuti ha fatto quello che non gli era riuscito fare nelle precedenti 17 gare. Due gol molto belli, due assist e una grande partecipazione al gioco corale della squadra rossoblù.
RIPRESA STELLARE E NUMERI ESALTANTI
Un pomeriggio di gloria per il Potenza che raggiunge la bella cifra di 29 punti, saluta la rinascita di Rosafio che diventa finalmente un’altra freccia importante per De Giorgio e arriva a quota trenta reti segnate diventando il quarto miglior attacco del girone. Ma le note positive della squadra rossoblù non si fermano qui. Perché non si possono non sottolineare la costante crescita di Rillo, ieri dominatore della sua corsia per tutta la gara, ormai diventato a tutti gli effetti un vero e proprio titolare e anche autore di un gran gol, la certezza Caturano che arriva a 10 reti in una giornata in cui tocca tre palloni in area e due li mette alle spalle del portiere, la costanza di rendimento di Felippe che è il faro indiscusso del gioco del Potenza e anche bello a vedersi, ieri supportato da Erradi in ottima vena. Qualche amnesia di troppo nella fase difensiva del primo tempo e in occasione del pari dei laziali in cui viene concessa troppa libertà al Latina. Difetti poi eliminati nel secondo tempo.
I MERITI DI PIERO DE GIORGIO
Innanzitutto da rimarcare il grande equilibrio di De Giorgio che concede fiducia alla squadra che per metà tempo non era stata irreprensibile quando nell’intervallo tutti a sbizzarrirsi sul toto sostituzioni. Perché si aspettava la reazione dei suoi uomini che puntualmente c’è stata. E questo è successo nella giornata in cui il reparto offensivo deve fare a meno di D’Auria infortunato e Schimmenti squalificato. E il tecnico con grande coraggio si affida ai giovanissimi Mazzeo e Ragone protagonisti nella Primavera. Ma i suoi meriti sono ancora maggiori per aver portato il suo gruppo ad un grado così elevato di rendimento. E rimane con i piedi ben piantati a terra anche dopo il trionfo con il Latina di fronte alle nostre domande se il Potenza può guardare ad obiettivi più ambiziosi. De Giorgio dice che il gruppo ha ancora margini notevoli di miglioramento e potrà con il lavoro quotidiano guardare ad altri step di crescita come quello di imparare a gestire meglio il vantaggio e poi saper chiudere le gare. Un conto è giocare per la salvezza, altro è ragionare da grande squadra per puntare a traguardi più importanti senza incappare in giramenti di testa. Ma il mantra di De Giorgio rimane sempre lo stesso. L’obiettivo fondamentale al momento è sempre la salvezza che adesso non è molto lontana. E solo dopo aver raggiunto 43 punti, si potrà essere più ambiziosi. Ma siamo certi che in cuor suo De Giorgio si fida ciecamente dei suoi ragazzi e non vede così lontano da raggiungere l’ultimo step di crescita per portare, senza presunzione e senza troppi voli pindarici, la sua squadra al livello ottimale per competere in campo contro qualunque avversario ad armi pari.
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