Senza troppi giri di parole: ho rivisto gli spiriti. I disastri difensivi, il blocco mentale, l’incapacità di creare pericoli, avversari normalissimi fatti diventare campioni, soluzioni tecniche opinabili, una squadra e la sua incredibile bruttissima copia all’interno della stessa partia. Il vecchio Potenza impaurito della scorsa stagione, in pratica. Poi il gol del pareggio che ha rimesso le cose quantomeno in ordine. Non a posto.
Un punto che dà la continuità nei risultati, rispetto alle prime due esibizioni di Coppa Italia, che fa stare un po’ più sereni, in vista del debutto interno con la Turris, e che spegne (o non permette di incrementare) il fuoco delle polemiche dei disfattisti da tastiera che già intorno alla mezzora del secondo tempo vedevano un Potenza da ricostruire, ipotizzavano almeno cinque-sei interventi sul mercato, e rievocavano tregende da playout.
Incredibile, dico: già alla prima giornata. Nonostante i primi risultati maturati abbiano già fatto intendere che ogni singola aspettativa sulle corazzate costruite e le partite chiuse dal pronostico ancor prima che l’arbitro fischi il calcio d’inizio lasciano il tempo che trovano. Il campionato, non è la Coppa Italia; il calcio d’agosto non sarà mai una competizione dalla quale viene fuori il vincitore incontrovertibile. Ed anche il Messina dei giovani, ricostruito quasi in toto, può fare la sua buona figura e mettere in difficoltà chiunque.
In aggiunta a questa considerazione, proprio perché il mantra di quest’anno è mantenere un po’ di equilibrio, allora dico anche che il primo tempo di Messina mi ha convinto. Che ho visto una squadra concentrata, che voleva giocare a pallone, che con un Felippe in quel crescendo di condizione può fare molto, che con Caturano qualcosa di interessante può sempre venire fuori e questo tesoro va tutelato. Possibilmente proteggendo questa squadra e non iniziando a buttargli fango e disgrazie addosso ancora prima di cominciare.