venerdì 22 Novembre 2024

“La Pillola” post Potenza🆚Benevento

DI ALFONSO PECORARO

Francamente: mi sarei aspettato di più. Delle sfide con le big del campionato, contro cui ciascun componente dell’universo Potenza Calcio Official ha ostentato a torto l’ottimismo di essersela giocata alla pari, quella di ieri è stata la peggiore. Non mi posso accontentare di venti minuti in cui tutto sembrava girare per il verso giusto.

E’ vero, di fronte avevamo la squadra più forte e certamente quella più in forma, ma non posso essere contento di aver visto una prestazione durata come un gatto in tangenziale. Non basta, non basta. E non possono esistere giustificazioni rapportate all’evidente supremazia dell’avversario: serve altro. Serve in queste ultime partite una squadra che lotti, che sputi sangue, che sopperisca agli evidenti limiti tecnici e caratteriali dei suoi componenti con qualcosa di più del semplice svolgimento del compitino. Qualcosa di più intelligente da dire se non “eh, ma loro erano forti”. Perché non è scritto da nessuna parte che i punti non potevano conquistarsi anche con il Benevento. Le Streghe fanno parte di questo campionato, come la Turris e il Monopoli.

E’ però altrettanto sacrosanto che il Potenza deve rimpiangere punti gettati al vento con altro tipo di avversari, e in altri momenti (mi vengono in mente Monopoli, Monterosi, Turris e Sorrento, per restare al recente passato) ma non posso assolutamente giustificare che si assista con rassegnazione e impotenza alla continua altalena di risultati e prestazioni. Serve molto di più, serve un altro spirito e un altro atteggiamento che non sia quello di chi non si spreca per ripagare quello che questa società sta dando loro.

L’ottimismo ostentato d Marchionni (beato lui) gli fa onore, ma diventa solo il punto di partenza per fare un paio di allenamenti con un mezzo sorriso sulle labbra piuttosto che prepararsi con le naturali preoccupazioni che andare a Catania (nelle condizioni in cui sono i siciliani, che hanno anche cambiato allenatore e hanno tifosi molto, molto esigenti) dovrebbero suscitare. Ma deve pretendere di più, innanzitutto da se stesso, perché anche lui sta diventando come tutti gli altri che sono passati a Potenza quest’anno, piatto e senza quella grinta che serve per scuotere lo spogliatoio, per far tremare i muri e per raggiungere un obiettivo. Se il Potenza anche durante la sua permanenza è sempre lo stesso, non cambia mai, qualcosa deve escogitare. Gli restano otto partite ed ha una sola fortuna ma da non disperdere: dietro c’è chi sta peggio.

La partita contro il Benevento, quindi, è stata sostanzialmente il paradigma della stagione che sarà ricordata come quella degli innumerevoli errori, delle scelte sbagliate, di costruzione d’organico, di correzione e pure di formazioni, degli allenatori che non sono riusciti a trasmettere nulla, della squadra che scende in campo con le palle una volta sì e mille altre no o quella che dura troppo poco. La speranza è che se proprio l’anno non debba essere ricordato come uno di quelli “a perdere” sia almeno quello che abbia fatto capire a tutti da dove ripartire e cosa azzerare completamente.

Adesso un solo obiettivo: salvarsi il prima possibile, senza se e senza ma, giocando persino peggio di quando (pochissime volte) è accaduto che fossimo belli, ma diventando solo ed esclusivamente efficaci, prendendo i punti, in ogni modo. Ma per farlo, serve molto ma molto di più.

spot_img
spot_img

ARTICOLI CORRELATI

- Advertisement -spot_img

ULTIMI ARTICOLI

“La Pillola” post Potenza🆚Benevento

DI ALFONSO PECORARO

Francamente: mi sarei aspettato di più. Delle sfide con le big del campionato, contro cui ciascun componente dell’universo Potenza Calcio Official ha ostentato a torto l’ottimismo di essersela giocata alla pari, quella di ieri è stata la peggiore. Non mi posso accontentare di venti minuti in cui tutto sembrava girare per il verso giusto.

E’ vero, di fronte avevamo la squadra più forte e certamente quella più in forma, ma non posso essere contento di aver visto una prestazione durata come un gatto in tangenziale. Non basta, non basta. E non possono esistere giustificazioni rapportate all’evidente supremazia dell’avversario: serve altro. Serve in queste ultime partite una squadra che lotti, che sputi sangue, che sopperisca agli evidenti limiti tecnici e caratteriali dei suoi componenti con qualcosa di più del semplice svolgimento del compitino. Qualcosa di più intelligente da dire se non “eh, ma loro erano forti”. Perché non è scritto da nessuna parte che i punti non potevano conquistarsi anche con il Benevento. Le Streghe fanno parte di questo campionato, come la Turris e il Monopoli.

E’ però altrettanto sacrosanto che il Potenza deve rimpiangere punti gettati al vento con altro tipo di avversari, e in altri momenti (mi vengono in mente Monopoli, Monterosi, Turris e Sorrento, per restare al recente passato) ma non posso assolutamente giustificare che si assista con rassegnazione e impotenza alla continua altalena di risultati e prestazioni. Serve molto di più, serve un altro spirito e un altro atteggiamento che non sia quello di chi non si spreca per ripagare quello che questa società sta dando loro.

L’ottimismo ostentato d Marchionni (beato lui) gli fa onore, ma diventa solo il punto di partenza per fare un paio di allenamenti con un mezzo sorriso sulle labbra piuttosto che prepararsi con le naturali preoccupazioni che andare a Catania (nelle condizioni in cui sono i siciliani, che hanno anche cambiato allenatore e hanno tifosi molto, molto esigenti) dovrebbero suscitare. Ma deve pretendere di più, innanzitutto da se stesso, perché anche lui sta diventando come tutti gli altri che sono passati a Potenza quest’anno, piatto e senza quella grinta che serve per scuotere lo spogliatoio, per far tremare i muri e per raggiungere un obiettivo. Se il Potenza anche durante la sua permanenza è sempre lo stesso, non cambia mai, qualcosa deve escogitare. Gli restano otto partite ed ha una sola fortuna ma da non disperdere: dietro c’è chi sta peggio.

La partita contro il Benevento, quindi, è stata sostanzialmente il paradigma della stagione che sarà ricordata come quella degli innumerevoli errori, delle scelte sbagliate, di costruzione d’organico, di correzione e pure di formazioni, degli allenatori che non sono riusciti a trasmettere nulla, della squadra che scende in campo con le palle una volta sì e mille altre no o quella che dura troppo poco. La speranza è che se proprio l’anno non debba essere ricordato come uno di quelli “a perdere” sia almeno quello che abbia fatto capire a tutti da dove ripartire e cosa azzerare completamente.

Adesso un solo obiettivo: salvarsi il prima possibile, senza se e senza ma, giocando persino peggio di quando (pochissime volte) è accaduto che fossimo belli, ma diventando solo ed esclusivamente efficaci, prendendo i punti, in ogni modo. Ma per farlo, serve molto ma molto di più.

ARTICOLI CORRELATI

ULTIMI ARTICOLI

“La Pillola” post Potenza🆚Benevento

DI ALFONSO PECORARO

Francamente: mi sarei aspettato di più. Delle sfide con le big del campionato, contro cui ciascun componente dell’universo Potenza Calcio Official ha ostentato a torto l’ottimismo di essersela giocata alla pari, quella di ieri è stata la peggiore. Non mi posso accontentare di venti minuti in cui tutto sembrava girare per il verso giusto.

E’ vero, di fronte avevamo la squadra più forte e certamente quella più in forma, ma non posso essere contento di aver visto una prestazione durata come un gatto in tangenziale. Non basta, non basta. E non possono esistere giustificazioni rapportate all’evidente supremazia dell’avversario: serve altro. Serve in queste ultime partite una squadra che lotti, che sputi sangue, che sopperisca agli evidenti limiti tecnici e caratteriali dei suoi componenti con qualcosa di più del semplice svolgimento del compitino. Qualcosa di più intelligente da dire se non “eh, ma loro erano forti”. Perché non è scritto da nessuna parte che i punti non potevano conquistarsi anche con il Benevento. Le Streghe fanno parte di questo campionato, come la Turris e il Monopoli.

E’ però altrettanto sacrosanto che il Potenza deve rimpiangere punti gettati al vento con altro tipo di avversari, e in altri momenti (mi vengono in mente Monopoli, Monterosi, Turris e Sorrento, per restare al recente passato) ma non posso assolutamente giustificare che si assista con rassegnazione e impotenza alla continua altalena di risultati e prestazioni. Serve molto di più, serve un altro spirito e un altro atteggiamento che non sia quello di chi non si spreca per ripagare quello che questa società sta dando loro.

L’ottimismo ostentato d Marchionni (beato lui) gli fa onore, ma diventa solo il punto di partenza per fare un paio di allenamenti con un mezzo sorriso sulle labbra piuttosto che prepararsi con le naturali preoccupazioni che andare a Catania (nelle condizioni in cui sono i siciliani, che hanno anche cambiato allenatore e hanno tifosi molto, molto esigenti) dovrebbero suscitare. Ma deve pretendere di più, innanzitutto da se stesso, perché anche lui sta diventando come tutti gli altri che sono passati a Potenza quest’anno, piatto e senza quella grinta che serve per scuotere lo spogliatoio, per far tremare i muri e per raggiungere un obiettivo. Se il Potenza anche durante la sua permanenza è sempre lo stesso, non cambia mai, qualcosa deve escogitare. Gli restano otto partite ed ha una sola fortuna ma da non disperdere: dietro c’è chi sta peggio.

La partita contro il Benevento, quindi, è stata sostanzialmente il paradigma della stagione che sarà ricordata come quella degli innumerevoli errori, delle scelte sbagliate, di costruzione d’organico, di correzione e pure di formazioni, degli allenatori che non sono riusciti a trasmettere nulla, della squadra che scende in campo con le palle una volta sì e mille altre no o quella che dura troppo poco. La speranza è che se proprio l’anno non debba essere ricordato come uno di quelli “a perdere” sia almeno quello che abbia fatto capire a tutti da dove ripartire e cosa azzerare completamente.

Adesso un solo obiettivo: salvarsi il prima possibile, senza se e senza ma, giocando persino peggio di quando (pochissime volte) è accaduto che fossimo belli, ma diventando solo ed esclusivamente efficaci, prendendo i punti, in ogni modo. Ma per farlo, serve molto ma molto di più.

ARTICOLI CORRELATI

ULTIMI ARTICOLI