giovedì 28 Novembre 2024

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DI ROCCO SABATELLA

E’ stato il miglior Potenza della stagione. Su questo non ci piove. I puristi non storcano troppo il naso adducendo alla scarsa resistenza del Brindisi. I pugliesi saranno stati pure un test poco consistente, ma di solito le partite si giudicano dal comportamento delle due avversarie. E’ stato il Potenza, con la partita perfetta, a rendere inconsistente il Brindisi dominando il match nella sua totalità. Non dimentichiamo che tutte le vittorie ottenute nelle due precedenti gestioni non avevano mai visto il Potenza esprimersi con un tale autorevolezza come successo a Brindisi, dominando in lungo e in largo in tutte le zone del campo e concedendo all’avversario solo una possibilità di tirare in porta. Basta ricordare le gare con lo stesso Brindisi all’andata, con il Monterosi, con il Sorrento, con il Monopoli, non proprio corazzate, per rendersi conto di come sia migliorato il Potenza nell’ultimo periodo. Questi sono fatti e non opinioni.

MODULO E ATTEGGIAMENTO Hanno fatto la differenza a Brindisi. Il 3-5-2 ha assicurato il massimo dell’equilibrio a tutta la squadra. Gioco ordinato e fluido, nessun pallone lanciato lungo, sovrapposizioni che hanno funzionato più che bene, compattezza, concentrazione e elevata produzione di azioni offensive che hanno trovato in Rossetti un super interprete. Tutti quelli che sono scesi in campo hanno eseguito benissimo quanto preparato nel corso degli allenamenti con Marchionni che con sano realismo ha impartito concetti chiari e semplici.

SCHIATTARELLA E CENTROCAMPO Detto che tutti quelli che sono scesi in campo meritano un elogio incondizionato, va rimarcata la prestazione di Schiattarella nel ruolo di play maker. E’ stato padrone assoluto in mezzo al campo, ottimamente supportato da Candellori e da Saporiti, dettando con grande precisione i tempi di gioco. Dalle sue invenzioni il Potenza ha costruito i gol e le altre azioni di attacco. La migliore prestazione personale da quando è a Potenza in cui ha messo in mostra tutte le sue qualità, compresa quella importante di guidare i compagni con gesti e parole. La capacità dei centrocampisti di tenere corta la squadra ha giovato ai difensori mai in sofferenza e agli attaccanti che hanno avuto tanti rifornimenti. Nessuno si deve esaltare più di tanto per gli otto punti nelle ultime quattro gare e di sicuro non lo farà Marchionni il cui mantra sarà sempre lo stesso: lavorare e cercare di migliorarsi sempre. A conferma che, tutto sommato, non era proprio un impresa titanica fare esprimere bene un organico che qualche qualità aveva e che non erano state fatte emergere. Non è un caso che si siano ottenuti otto punti in quattro gare con 360 minuti di imbattibilità di Alastra.

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E’ stato il miglior Potenza della stagione. Su questo non ci piove. I puristi non storcano troppo il naso adducendo alla scarsa resistenza del Brindisi. I pugliesi saranno stati pure un test poco consistente, ma di solito le partite si giudicano dal comportamento delle due avversarie. E’ stato il Potenza, con la partita perfetta, a rendere inconsistente il Brindisi dominando il match nella sua totalità. Non dimentichiamo che tutte le vittorie ottenute nelle due precedenti gestioni non avevano mai visto il Potenza esprimersi con un tale autorevolezza come successo a Brindisi, dominando in lungo e in largo in tutte le zone del campo e concedendo all’avversario solo una possibilità di tirare in porta. Basta ricordare le gare con lo stesso Brindisi all’andata, con il Monterosi, con il Sorrento, con il Monopoli, non proprio corazzate, per rendersi conto di come sia migliorato il Potenza nell’ultimo periodo. Questi sono fatti e non opinioni.

MODULO E ATTEGGIAMENTO Hanno fatto la differenza a Brindisi. Il 3-5-2 ha assicurato il massimo dell’equilibrio a tutta la squadra. Gioco ordinato e fluido, nessun pallone lanciato lungo, sovrapposizioni che hanno funzionato più che bene, compattezza, concentrazione e elevata produzione di azioni offensive che hanno trovato in Rossetti un super interprete. Tutti quelli che sono scesi in campo hanno eseguito benissimo quanto preparato nel corso degli allenamenti con Marchionni che con sano realismo ha impartito concetti chiari e semplici.

SCHIATTARELLA E CENTROCAMPO Detto che tutti quelli che sono scesi in campo meritano un elogio incondizionato, va rimarcata la prestazione di Schiattarella nel ruolo di play maker. E’ stato padrone assoluto in mezzo al campo, ottimamente supportato da Candellori e da Saporiti, dettando con grande precisione i tempi di gioco. Dalle sue invenzioni il Potenza ha costruito i gol e le altre azioni di attacco. La migliore prestazione personale da quando è a Potenza in cui ha messo in mostra tutte le sue qualità, compresa quella importante di guidare i compagni con gesti e parole. La capacità dei centrocampisti di tenere corta la squadra ha giovato ai difensori mai in sofferenza e agli attaccanti che hanno avuto tanti rifornimenti. Nessuno si deve esaltare più di tanto per gli otto punti nelle ultime quattro gare e di sicuro non lo farà Marchionni il cui mantra sarà sempre lo stesso: lavorare e cercare di migliorarsi sempre. A conferma che, tutto sommato, non era proprio un impresa titanica fare esprimere bene un organico che qualche qualità aveva e che non erano state fatte emergere. Non è un caso che si siano ottenuti otto punti in quattro gare con 360 minuti di imbattibilità di Alastra.

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E’ stato il miglior Potenza della stagione. Su questo non ci piove. I puristi non storcano troppo il naso adducendo alla scarsa resistenza del Brindisi. I pugliesi saranno stati pure un test poco consistente, ma di solito le partite si giudicano dal comportamento delle due avversarie. E’ stato il Potenza, con la partita perfetta, a rendere inconsistente il Brindisi dominando il match nella sua totalità. Non dimentichiamo che tutte le vittorie ottenute nelle due precedenti gestioni non avevano mai visto il Potenza esprimersi con un tale autorevolezza come successo a Brindisi, dominando in lungo e in largo in tutte le zone del campo e concedendo all’avversario solo una possibilità di tirare in porta. Basta ricordare le gare con lo stesso Brindisi all’andata, con il Monterosi, con il Sorrento, con il Monopoli, non proprio corazzate, per rendersi conto di come sia migliorato il Potenza nell’ultimo periodo. Questi sono fatti e non opinioni.

MODULO E ATTEGGIAMENTO Hanno fatto la differenza a Brindisi. Il 3-5-2 ha assicurato il massimo dell’equilibrio a tutta la squadra. Gioco ordinato e fluido, nessun pallone lanciato lungo, sovrapposizioni che hanno funzionato più che bene, compattezza, concentrazione e elevata produzione di azioni offensive che hanno trovato in Rossetti un super interprete. Tutti quelli che sono scesi in campo hanno eseguito benissimo quanto preparato nel corso degli allenamenti con Marchionni che con sano realismo ha impartito concetti chiari e semplici.

SCHIATTARELLA E CENTROCAMPO Detto che tutti quelli che sono scesi in campo meritano un elogio incondizionato, va rimarcata la prestazione di Schiattarella nel ruolo di play maker. E’ stato padrone assoluto in mezzo al campo, ottimamente supportato da Candellori e da Saporiti, dettando con grande precisione i tempi di gioco. Dalle sue invenzioni il Potenza ha costruito i gol e le altre azioni di attacco. La migliore prestazione personale da quando è a Potenza in cui ha messo in mostra tutte le sue qualità, compresa quella importante di guidare i compagni con gesti e parole. La capacità dei centrocampisti di tenere corta la squadra ha giovato ai difensori mai in sofferenza e agli attaccanti che hanno avuto tanti rifornimenti. Nessuno si deve esaltare più di tanto per gli otto punti nelle ultime quattro gare e di sicuro non lo farà Marchionni il cui mantra sarà sempre lo stesso: lavorare e cercare di migliorarsi sempre. A conferma che, tutto sommato, non era proprio un impresa titanica fare esprimere bene un organico che qualche qualità aveva e che non erano state fatte emergere. Non è un caso che si siano ottenuti otto punti in quattro gare con 360 minuti di imbattibilità di Alastra.

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