venerdì 22 Novembre 2024

“La Pillola” post Potenza 🆚 Casertana

Di Alfonso Pecoraro

Resto dell’avviso che è ancora un po’ presto per aprire processi, dare giudizi definitivi o ipotizzare clamorosi stravolgimenti. Questa è la fase, per così dire, degli esperimenti e l’analisi del giorno dopo resta ancorata ai 90’ giocati e a quello che lasciano. Ancora una volta la panchina cambia il volto della squadra. Non so quanto sia un bene che questo diventi una costante. L’opportunità di avere alternative valide in corso deve rappresentare l’eccezione, non la regola. Altrimenti vuol dire avere un problema.

Lascio a chi legge la scelta: ha più peso avere una soluzione o cercare di non avere un problema? Io sono per la seconda: che in realtà vuol dire avere una squadra che imponga gioco e personalità e, di conseguenza, tiri in porta e risultati. Le cinque gare fin qui giocate ci hanno detto che per il Potenza ancora non è così. Il Potenza Calcio Official ancora non ha una sua precisa identità, ancora non è squadra, ancora non rende per il valore di quello che la società ha speso. Darei quindi più importanza al problema, a cercare di non averlo a gara in corso, non cullandomi sul fatti che “tanto la soluzione ce l’ho in panchina”, perché questa abitudine prima o poi non porterà gli effetti sperati. Ribadisco: non è un giudizio definitivo, è ancora troppo presto, ma non si può più perdere tempo.

A Colombo per primo il compito di trovare soluzioni più convincenti con scelte incisive e concrete. Ieri nei 13 nuovi acquisti, nell’undici titolare c’era solo Schiattarella e gli altri 10 erano quelli della tormentata stagione scorsa con tutti i limiti del passato: non è un gran segnale nei confronti di chi ha fatto il mercato. Lui deve proporci il “nuovo” Potenza. Ma non basterà se anche i comportamenti di chi scende in campo non diventino determinanti. Finora (a parte qualche eccezione) rendimento di squadra e prestazioni dei singoli hanno latitato.

Non è ancora il tempo dei processi, l’ho fatto in premessa, ma sette punti in cinque gare, con un calendario non certo impossibile, è bottino magro. Da sabato col Monterosi e prima di una serie di impegni tosti inizieremo a pretendere da tutti le prime risposte sulla reale forza di questa squadra.

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Di Alfonso Pecoraro

Resto dell’avviso che è ancora un po’ presto per aprire processi, dare giudizi definitivi o ipotizzare clamorosi stravolgimenti. Questa è la fase, per così dire, degli esperimenti e l’analisi del giorno dopo resta ancorata ai 90’ giocati e a quello che lasciano. Ancora una volta la panchina cambia il volto della squadra. Non so quanto sia un bene che questo diventi una costante. L’opportunità di avere alternative valide in corso deve rappresentare l’eccezione, non la regola. Altrimenti vuol dire avere un problema.

Lascio a chi legge la scelta: ha più peso avere una soluzione o cercare di non avere un problema? Io sono per la seconda: che in realtà vuol dire avere una squadra che imponga gioco e personalità e, di conseguenza, tiri in porta e risultati. Le cinque gare fin qui giocate ci hanno detto che per il Potenza ancora non è così. Il Potenza Calcio Official ancora non ha una sua precisa identità, ancora non è squadra, ancora non rende per il valore di quello che la società ha speso. Darei quindi più importanza al problema, a cercare di non averlo a gara in corso, non cullandomi sul fatti che “tanto la soluzione ce l’ho in panchina”, perché questa abitudine prima o poi non porterà gli effetti sperati. Ribadisco: non è un giudizio definitivo, è ancora troppo presto, ma non si può più perdere tempo.

A Colombo per primo il compito di trovare soluzioni più convincenti con scelte incisive e concrete. Ieri nei 13 nuovi acquisti, nell’undici titolare c’era solo Schiattarella e gli altri 10 erano quelli della tormentata stagione scorsa con tutti i limiti del passato: non è un gran segnale nei confronti di chi ha fatto il mercato. Lui deve proporci il “nuovo” Potenza. Ma non basterà se anche i comportamenti di chi scende in campo non diventino determinanti. Finora (a parte qualche eccezione) rendimento di squadra e prestazioni dei singoli hanno latitato.

Non è ancora il tempo dei processi, l’ho fatto in premessa, ma sette punti in cinque gare, con un calendario non certo impossibile, è bottino magro. Da sabato col Monterosi e prima di una serie di impegni tosti inizieremo a pretendere da tutti le prime risposte sulla reale forza di questa squadra.

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Lascio a chi legge la scelta: ha più peso avere una soluzione o cercare di non avere un problema? Io sono per la seconda: che in realtà vuol dire avere una squadra che imponga gioco e personalità e, di conseguenza, tiri in porta e risultati. Le cinque gare fin qui giocate ci hanno detto che per il Potenza ancora non è così. Il Potenza Calcio Official ancora non ha una sua precisa identità, ancora non è squadra, ancora non rende per il valore di quello che la società ha speso. Darei quindi più importanza al problema, a cercare di non averlo a gara in corso, non cullandomi sul fatti che “tanto la soluzione ce l’ho in panchina”, perché questa abitudine prima o poi non porterà gli effetti sperati. Ribadisco: non è un giudizio definitivo, è ancora troppo presto, ma non si può più perdere tempo.

A Colombo per primo il compito di trovare soluzioni più convincenti con scelte incisive e concrete. Ieri nei 13 nuovi acquisti, nell’undici titolare c’era solo Schiattarella e gli altri 10 erano quelli della tormentata stagione scorsa con tutti i limiti del passato: non è un gran segnale nei confronti di chi ha fatto il mercato. Lui deve proporci il “nuovo” Potenza. Ma non basterà se anche i comportamenti di chi scende in campo non diventino determinanti. Finora (a parte qualche eccezione) rendimento di squadra e prestazioni dei singoli hanno latitato.

Non è ancora il tempo dei processi, l’ho fatto in premessa, ma sette punti in cinque gare, con un calendario non certo impossibile, è bottino magro. Da sabato col Monterosi e prima di una serie di impegni tosti inizieremo a pretendere da tutti le prime risposte sulla reale forza di questa squadra.

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