Fonte: Reggio Today
L’incubo ancora non è finito per i tifosi amaranto. Hanno sofferto e hanno visto la caduta della Reggina, fuori dal grande calcio italiano. Adesso devono ripartire dalla serie D ma a pochi giorni dallo scadere della manifestazione di interesse all’avviso del Comune di Reggio Calabria, manca la società.
Il 7 settembre, alle ore 13, è il termine ultimo e delle quattro cordate inizialmente interessate all’acquisizione della Reggina, adesso ci sarebbe solo quella milanese che si tira dentro anche Massimo Taibi ed Emanuele Belardi. Ma nulla è ancora certo.
Di certo c’è che l’ex attaccante della Reggina Nicola Amoruso ha già annunciato di non partecipare perché “non c’erano i presupposti per presentare un’offerta”. Non ci sono infatti solo i 400.000 euro da pagare per l’iscrizione al campionato dilettantistico ma anche e sopratutto da mantenere la squadra durante il campionato. Ci vogliono soldi, molti soldi e gli imprenditori lo sanno bene.
Per questo mentre Massimo Taibi in conferenza stampa conferma ancora la sua disponibilità ad essere a fianco della maglia amaranto, e ricorda che c’è un gruppo milanese disposto a farsi avanti ecco che l’imprenditore Eduardo Lamberti Castronuovo, a ReggioToday, conferma che c’è stata oggi una riunione con il presidente di Confindustria Domenico Vecchio e con il presidente della Camera di commercio Ninni Tramontana per capire cosa fare.
“Siamo in costante dialogo con altri imprenditori, tutte persone serie, – conferma Lamberti Castronuovo – e l’idea che sta prendendo corpo è quella di unirsi ad un’altra squadra che è già iscritta al campionato di serie D ma che ha difficoltà economiche (forse il Locri ndr) e cambiando il nome e il logo, aggiungendo Reggio Calabria, ci consenta di ripartire. Questo vuol dire avere il tempo di riorganizzare la nuova Reggina. Adesso, in così breve tempo, è molto difficile fare una squadra e fare un campionato di buon livello”.
“C’è da capire una cosa: la Reggina è morta, l’hanno ammazzata e adesso non è il tempo di “piangere il morto” ma di fare qualcosa. Noi ci siamo per amore verso la città, per Reggio Calabria. Ma siamo imprenditori e ragioniamo con razionalità. Servono tanti soldi e non bastano ventiquattro ore per mettere insieme le cose. C’è da puntare sui giovani e investire sulla scuola calcio”.