giovedì 19 Settembre 2024

Le 7 giornate di Fabio Gallo..
L

Al termine della sfida di Coppa Italia Serie C vinta col Crotone che ha portato il suo Foggia ai quarti, il tecnico rossonero Fabio Gallo ha rilasciato alcune dichiarazioni nella consueta conferenza stampa post-gara.

Buona la prova di Daniel Leo, che ha dimostrato di avere le qualità anche per giocare da braccetto difensivo:

“Ritengo abbia caratteristiche fisiche importanti per giocare da braccetto, perché quando giochi a tre i due braccetti devono essere aggressivi, avere frequenza e lui ha colpo di testa, frequenza, velocità… È un ragazzo attentissimo a quello che gli si dice, si è trovato a fare un ruolo che non si aspettava e sta rispondendo assolutamente bene. Sono molto, molto contento perché è una risorsa in più nei difensori centrali: visto che molto spesso rischiamo di essere un po’ corti, questa è una grande soluzione per me”.

Saranno da recuperare le energie, ma la vittoria addolcisce tutte le fatiche:

“Stress? Più che stress dovremo recuperare le energie fisiche, perché la partita è stata dai ritmi a mio avviso alti, però la squadra sta bene e la vittoria porta entusiasmo e facilità di smaltire fatiche; è chiaro che dovremo recuperare nella realtà la fatica e prepararci ad un’altra partita complicata, difficile come tutte quelle che abbiamo fatto fin adesso. Ritengo che la partita, la prestazione di oggi di chi magari ha giocato meno sia stata di livello e ho avuto delle risposte veramente importanti da parte di tutti”.

A stappare l’incontro il destro da fuori area di Andrea Schenetti:

“Andrea si è dimostrato un professionista esemplare, perché anche nei momenti difficili – è stato utilizzato poco da me – ha sempre dimostrato di essere presente coi compagni, di aiutarli, di dare consigli: è un giocatore esperto, che ha giocato tanto in Serie B e conosce le dinamiche di una squadra di calcio. Era importante per lui, è importante per me, ma io le qualità di Schenetti le conosco e volevo che lui arrivasse a capire che è una parte importante di questo gruppo: ha giocato in un ruolo che non è il suo ma che potrebbe diventarlo in questo sistema di gioco, perché ti dà qualità, palleggio, ha i tempi di gioco… Non sono sorpreso della prestazione, io lo vedo tutti i giorni che lavora sempre al massimo, è stato un professionista esemplare fin adesso”.

Tutti sono parte integrante di un organico in cui ognuno è chiamato a dare il massimo. È una difficoltà in più avere una tale abbondanza di calciatori?

“Sono bei pensieri per un allenatore, perché più è difficile la scelta, più vuol dire che il lavoro da parte mia e della squadra è fatto verso una direzione che fa sì che questo gruppo sia vivo in tutti i suoi interpreti. Peschetola è quello che, assieme a Iacoponi, ha giocato meno e sofferto di più, ma ha sempre lavorato ad un’intensità, con una voglia di apprendere e di mettersi in mostra unica. È un bellissimo regalo per tutti, penso”.

Schenetti ha giocato da mezzala o comunque interno di centrocampo. Può essere un’idea anche per il campionato?

“Io l’ho detto all’inizio che il mio obiettivo era quello di inserire più qualità in una squadra fisica, muscolare che è stata la mia scelta iniziale che sto portando avanti. Ritengo che Andrea lì possa giocare sia con Odjer – che ha fatto un’ottima partita anche lui – che con Petermann. Nel momento in cui abbiamo possesso palla, io gli chiedevo di lavorare la catena con Costa e tra le linee, quindi andando nella sua posizione ideale di un 4-3-1-2. Lui ha fatto ancora di più perché nella fase di contenimento ha lavorato e fatto un paio di recuperi con allunghi di 40-50 metri nel primo tempo, da giocatore dentro il progetto: è sicuramente una soluzione, così come quella di Peralta. In un sistema di gioco come questo, quei giocatori possono fare la mezzala, Peralta anche la seconda punta, Andrea magari un po’ meno perché è più un giocatore che viene incontro, mentre in un 3-5-2 gli attaccanti devono essere quelli che strappano nell’attacco della profondità. Ritengo Schenetti un’arma che io sapevo di avere, avevo bisogno che anche lui capisse cosa può fare all’interno di questo gruppo”.

L’obiettivo da perseguire in Coppa è quello di andare più avanti possibile:

“Quando sei lontano dalle partite importanti, nessuno gli dà importanza, quando poi ti avvicini tutti lo fanno. Io ho dato importanza sin dalla sera col Picerno, il passaggio del turno in quel momento è stato un antibiotico veramente importante perché mi ha dato la possibilità di iniziare ad entrare nella testa dei giocatori, dando loro un qualcosa su cui aggrapparsi in un momento veramente di difficoltà. La sconfitta con la Gelbison mi ha dato ancora di più la possibilità di fargli capire cosa bisognasse fare e cosa serviva per potersi risollevare. Arrivare ai quarti di finale ed essere tra le otto su sessanta penso sia qualcosa di gratificante per Foggia tifoseria, società e giocatori. Proveremo ad andare avanti fino in fondo perché non avrebbe senso non farlo, con la possibilità di utilizzare i giocatori che magari in quel momento avranno giocato un po’ meno, che però oggi hanno dato la dimostrazione di saper fare quelli che magari sono impiegati un po’ di più, questo per un allenatore è veramente bello.

La fiducia tra un allenatore ed un “proprio” calciatore è importante – quella che Gallo ha “infuso” a Schenetti:

“Andrea è sempre stato parte integrante perché ha lavorato da titolare, sempre. Poi dopo nelle scelte che devo fare è stato penalizzato, ma io conosco le sue qualità e ritengo sia un valore per questa squadra. Manca ancora del tempo, magari non gioca più, arriva e mi dice ‘Fabio, io voglio altro’ o magari invece sarà impiegato di più, in spezzoni, dall’inizio… L’importante è che lui senta la mia fiducia, su di lui ho lavorato cercando di dimostrargliela sempre anche non scegliendolo, cosa difficilissima per un allenatore. Lui è stato bravo, io ho approfittato della sua professionalità cercando di non perderlo, perché il rischio poteva essere quello di perdere un giocatore moralmente, invece oggi ha dato dimostrazione che lui è presente e può essere una ciliegina in più per il nostro gruppo, perché ha qualità che nessun altro in rosa ha”.

La Goleada.it

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Al termine della sfida di Coppa Italia Serie C vinta col Crotone che ha portato il suo Foggia ai quarti, il tecnico rossonero Fabio Gallo ha rilasciato alcune dichiarazioni nella consueta conferenza stampa post-gara.

Buona la prova di Daniel Leo, che ha dimostrato di avere le qualità anche per giocare da braccetto difensivo:

“Ritengo abbia caratteristiche fisiche importanti per giocare da braccetto, perché quando giochi a tre i due braccetti devono essere aggressivi, avere frequenza e lui ha colpo di testa, frequenza, velocità… È un ragazzo attentissimo a quello che gli si dice, si è trovato a fare un ruolo che non si aspettava e sta rispondendo assolutamente bene. Sono molto, molto contento perché è una risorsa in più nei difensori centrali: visto che molto spesso rischiamo di essere un po’ corti, questa è una grande soluzione per me”.

Saranno da recuperare le energie, ma la vittoria addolcisce tutte le fatiche:

“Stress? Più che stress dovremo recuperare le energie fisiche, perché la partita è stata dai ritmi a mio avviso alti, però la squadra sta bene e la vittoria porta entusiasmo e facilità di smaltire fatiche; è chiaro che dovremo recuperare nella realtà la fatica e prepararci ad un’altra partita complicata, difficile come tutte quelle che abbiamo fatto fin adesso. Ritengo che la partita, la prestazione di oggi di chi magari ha giocato meno sia stata di livello e ho avuto delle risposte veramente importanti da parte di tutti”.

A stappare l’incontro il destro da fuori area di Andrea Schenetti:

“Andrea si è dimostrato un professionista esemplare, perché anche nei momenti difficili – è stato utilizzato poco da me – ha sempre dimostrato di essere presente coi compagni, di aiutarli, di dare consigli: è un giocatore esperto, che ha giocato tanto in Serie B e conosce le dinamiche di una squadra di calcio. Era importante per lui, è importante per me, ma io le qualità di Schenetti le conosco e volevo che lui arrivasse a capire che è una parte importante di questo gruppo: ha giocato in un ruolo che non è il suo ma che potrebbe diventarlo in questo sistema di gioco, perché ti dà qualità, palleggio, ha i tempi di gioco… Non sono sorpreso della prestazione, io lo vedo tutti i giorni che lavora sempre al massimo, è stato un professionista esemplare fin adesso”.

Tutti sono parte integrante di un organico in cui ognuno è chiamato a dare il massimo. È una difficoltà in più avere una tale abbondanza di calciatori?

“Sono bei pensieri per un allenatore, perché più è difficile la scelta, più vuol dire che il lavoro da parte mia e della squadra è fatto verso una direzione che fa sì che questo gruppo sia vivo in tutti i suoi interpreti. Peschetola è quello che, assieme a Iacoponi, ha giocato meno e sofferto di più, ma ha sempre lavorato ad un’intensità, con una voglia di apprendere e di mettersi in mostra unica. È un bellissimo regalo per tutti, penso”.

Schenetti ha giocato da mezzala o comunque interno di centrocampo. Può essere un’idea anche per il campionato?

“Io l’ho detto all’inizio che il mio obiettivo era quello di inserire più qualità in una squadra fisica, muscolare che è stata la mia scelta iniziale che sto portando avanti. Ritengo che Andrea lì possa giocare sia con Odjer – che ha fatto un’ottima partita anche lui – che con Petermann. Nel momento in cui abbiamo possesso palla, io gli chiedevo di lavorare la catena con Costa e tra le linee, quindi andando nella sua posizione ideale di un 4-3-1-2. Lui ha fatto ancora di più perché nella fase di contenimento ha lavorato e fatto un paio di recuperi con allunghi di 40-50 metri nel primo tempo, da giocatore dentro il progetto: è sicuramente una soluzione, così come quella di Peralta. In un sistema di gioco come questo, quei giocatori possono fare la mezzala, Peralta anche la seconda punta, Andrea magari un po’ meno perché è più un giocatore che viene incontro, mentre in un 3-5-2 gli attaccanti devono essere quelli che strappano nell’attacco della profondità. Ritengo Schenetti un’arma che io sapevo di avere, avevo bisogno che anche lui capisse cosa può fare all’interno di questo gruppo”.

L’obiettivo da perseguire in Coppa è quello di andare più avanti possibile:

“Quando sei lontano dalle partite importanti, nessuno gli dà importanza, quando poi ti avvicini tutti lo fanno. Io ho dato importanza sin dalla sera col Picerno, il passaggio del turno in quel momento è stato un antibiotico veramente importante perché mi ha dato la possibilità di iniziare ad entrare nella testa dei giocatori, dando loro un qualcosa su cui aggrapparsi in un momento veramente di difficoltà. La sconfitta con la Gelbison mi ha dato ancora di più la possibilità di fargli capire cosa bisognasse fare e cosa serviva per potersi risollevare. Arrivare ai quarti di finale ed essere tra le otto su sessanta penso sia qualcosa di gratificante per Foggia tifoseria, società e giocatori. Proveremo ad andare avanti fino in fondo perché non avrebbe senso non farlo, con la possibilità di utilizzare i giocatori che magari in quel momento avranno giocato un po’ meno, che però oggi hanno dato la dimostrazione di saper fare quelli che magari sono impiegati un po’ di più, questo per un allenatore è veramente bello.

La fiducia tra un allenatore ed un “proprio” calciatore è importante – quella che Gallo ha “infuso” a Schenetti:

“Andrea è sempre stato parte integrante perché ha lavorato da titolare, sempre. Poi dopo nelle scelte che devo fare è stato penalizzato, ma io conosco le sue qualità e ritengo sia un valore per questa squadra. Manca ancora del tempo, magari non gioca più, arriva e mi dice ‘Fabio, io voglio altro’ o magari invece sarà impiegato di più, in spezzoni, dall’inizio… L’importante è che lui senta la mia fiducia, su di lui ho lavorato cercando di dimostrargliela sempre anche non scegliendolo, cosa difficilissima per un allenatore. Lui è stato bravo, io ho approfittato della sua professionalità cercando di non perderlo, perché il rischio poteva essere quello di perdere un giocatore moralmente, invece oggi ha dato dimostrazione che lui è presente e può essere una ciliegina in più per il nostro gruppo, perché ha qualità che nessun altro in rosa ha”.

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Buona la prova di Daniel Leo, che ha dimostrato di avere le qualità anche per giocare da braccetto difensivo:

“Ritengo abbia caratteristiche fisiche importanti per giocare da braccetto, perché quando giochi a tre i due braccetti devono essere aggressivi, avere frequenza e lui ha colpo di testa, frequenza, velocità… È un ragazzo attentissimo a quello che gli si dice, si è trovato a fare un ruolo che non si aspettava e sta rispondendo assolutamente bene. Sono molto, molto contento perché è una risorsa in più nei difensori centrali: visto che molto spesso rischiamo di essere un po’ corti, questa è una grande soluzione per me”.

Saranno da recuperare le energie, ma la vittoria addolcisce tutte le fatiche:

“Stress? Più che stress dovremo recuperare le energie fisiche, perché la partita è stata dai ritmi a mio avviso alti, però la squadra sta bene e la vittoria porta entusiasmo e facilità di smaltire fatiche; è chiaro che dovremo recuperare nella realtà la fatica e prepararci ad un’altra partita complicata, difficile come tutte quelle che abbiamo fatto fin adesso. Ritengo che la partita, la prestazione di oggi di chi magari ha giocato meno sia stata di livello e ho avuto delle risposte veramente importanti da parte di tutti”.

A stappare l’incontro il destro da fuori area di Andrea Schenetti:

“Andrea si è dimostrato un professionista esemplare, perché anche nei momenti difficili – è stato utilizzato poco da me – ha sempre dimostrato di essere presente coi compagni, di aiutarli, di dare consigli: è un giocatore esperto, che ha giocato tanto in Serie B e conosce le dinamiche di una squadra di calcio. Era importante per lui, è importante per me, ma io le qualità di Schenetti le conosco e volevo che lui arrivasse a capire che è una parte importante di questo gruppo: ha giocato in un ruolo che non è il suo ma che potrebbe diventarlo in questo sistema di gioco, perché ti dà qualità, palleggio, ha i tempi di gioco… Non sono sorpreso della prestazione, io lo vedo tutti i giorni che lavora sempre al massimo, è stato un professionista esemplare fin adesso”.

Tutti sono parte integrante di un organico in cui ognuno è chiamato a dare il massimo. È una difficoltà in più avere una tale abbondanza di calciatori?

“Sono bei pensieri per un allenatore, perché più è difficile la scelta, più vuol dire che il lavoro da parte mia e della squadra è fatto verso una direzione che fa sì che questo gruppo sia vivo in tutti i suoi interpreti. Peschetola è quello che, assieme a Iacoponi, ha giocato meno e sofferto di più, ma ha sempre lavorato ad un’intensità, con una voglia di apprendere e di mettersi in mostra unica. È un bellissimo regalo per tutti, penso”.

Schenetti ha giocato da mezzala o comunque interno di centrocampo. Può essere un’idea anche per il campionato?

“Io l’ho detto all’inizio che il mio obiettivo era quello di inserire più qualità in una squadra fisica, muscolare che è stata la mia scelta iniziale che sto portando avanti. Ritengo che Andrea lì possa giocare sia con Odjer – che ha fatto un’ottima partita anche lui – che con Petermann. Nel momento in cui abbiamo possesso palla, io gli chiedevo di lavorare la catena con Costa e tra le linee, quindi andando nella sua posizione ideale di un 4-3-1-2. Lui ha fatto ancora di più perché nella fase di contenimento ha lavorato e fatto un paio di recuperi con allunghi di 40-50 metri nel primo tempo, da giocatore dentro il progetto: è sicuramente una soluzione, così come quella di Peralta. In un sistema di gioco come questo, quei giocatori possono fare la mezzala, Peralta anche la seconda punta, Andrea magari un po’ meno perché è più un giocatore che viene incontro, mentre in un 3-5-2 gli attaccanti devono essere quelli che strappano nell’attacco della profondità. Ritengo Schenetti un’arma che io sapevo di avere, avevo bisogno che anche lui capisse cosa può fare all’interno di questo gruppo”.

L’obiettivo da perseguire in Coppa è quello di andare più avanti possibile:

“Quando sei lontano dalle partite importanti, nessuno gli dà importanza, quando poi ti avvicini tutti lo fanno. Io ho dato importanza sin dalla sera col Picerno, il passaggio del turno in quel momento è stato un antibiotico veramente importante perché mi ha dato la possibilità di iniziare ad entrare nella testa dei giocatori, dando loro un qualcosa su cui aggrapparsi in un momento veramente di difficoltà. La sconfitta con la Gelbison mi ha dato ancora di più la possibilità di fargli capire cosa bisognasse fare e cosa serviva per potersi risollevare. Arrivare ai quarti di finale ed essere tra le otto su sessanta penso sia qualcosa di gratificante per Foggia tifoseria, società e giocatori. Proveremo ad andare avanti fino in fondo perché non avrebbe senso non farlo, con la possibilità di utilizzare i giocatori che magari in quel momento avranno giocato un po’ meno, che però oggi hanno dato la dimostrazione di saper fare quelli che magari sono impiegati un po’ di più, questo per un allenatore è veramente bello.

La fiducia tra un allenatore ed un “proprio” calciatore è importante – quella che Gallo ha “infuso” a Schenetti:

“Andrea è sempre stato parte integrante perché ha lavorato da titolare, sempre. Poi dopo nelle scelte che devo fare è stato penalizzato, ma io conosco le sue qualità e ritengo sia un valore per questa squadra. Manca ancora del tempo, magari non gioca più, arriva e mi dice ‘Fabio, io voglio altro’ o magari invece sarà impiegato di più, in spezzoni, dall’inizio… L’importante è che lui senta la mia fiducia, su di lui ho lavorato cercando di dimostrargliela sempre anche non scegliendolo, cosa difficilissima per un allenatore. Lui è stato bravo, io ho approfittato della sua professionalità cercando di non perderlo, perché il rischio poteva essere quello di perdere un giocatore moralmente, invece oggi ha dato dimostrazione che lui è presente e può essere una ciliegina in più per il nostro gruppo, perché ha qualità che nessun altro in rosa ha”.

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