domenica 24 Novembre 2024

La storia di Celesia. A Potenza ritroverebbe un “vecchio” amico
L

FONTE: MONDOPRIMAVERA, articolo del marzo 2020

Negli ultimi anni i settori giovanili italiani stanno sfornando talenti molto interessanti da inserire nelle rispettive rose Primavera ed eventualmente da integrare alla prima squadra e la conferma, in questo caso, arriva da Torino. L’allenatore Marco Sesia, infatti, può contare da questa stagione su un difensore centrale classe 2002 con il sangue granata, che si è legato alla sua attuale società fin dall’età di 4 anni: trattasi di Christian Celesia, giovane perno della retroguardia del Toro che sta vivendo una stagione fondamentale per la sua crescita personale, essendo per lui la prima annata da membro effettivo della squadra Under 19.

Nato nel capoluogo piemontese il 22 gennaio 2002, questo ragazzo, come detto in precedenza, non ha mai giocato in una squadra che non fosse il Torino: dai primi calci, fino alle selezioni più competitive, si può dire che Celesia sia una “baby-bandiera” del suo club. A differenza di quanto si possa pensare, per il difensore la strada non è stata spianata fin dall’inizio, visto che, nei primi anni di approccio al mondo del calcio, non risultava più dotato tecnicamente e fisicamente dei suoi compagni, ma la sua determinazione e la voglia di non mollare l’hanno reso più forte e più sicuro di sé, permettendogli di scalare le gerarchie nelle varie giovanili. Dai 6 ai 16 anni nel torinese è aumentata sempre di più la convinzione che la squadra in cui giocava non fosse solo una società, un club o una maglia, ma un vero e proprio stile di vita; la sua passione per il Torino e la sua fede granata esistevano già dalla tenera età e lo si può capire dal fatto che a 8 anni, il giorno dopo la sua prima partita da tifoso del Toro allo stadio, si recò a scuola senza voce per aver tifato e gridato con tutto il cuore e tutta l’anima e forse anche per questa ragione i suoi sforzi sono stati presto ripagati.

L’episodio chiave si colloca nell’estate 2019 quando, nel bel mezzo di una vacanza al mare in Liguria, Christian Celesia viene convocato per il ritiro della squadra Primavera; pur essendo un gruppo quasi completamente nuovo, il ragazzo sapeva che quella chiamata avrebbe potuto rappresentare una sorta di battesimo o consacrazione. Dalla stagione successiva, infatti, il difensore diventa un membro stabile della rosa di mister Sesia, conquistando il posto da titolare nella linea a 3 della retroguardia, e colleziona (prima dello stop causato dall’emergenza Coronavirus) 19 presenze in campionato con un gol. Vale la pena spendere due parole su quella che per ora è l’unica rete segnata da Celesia nel campionato Primavera, poiché si tratta di un clamoroso bolide di destro al volo dalla distanza nella sfida vinta per 1-2 in rimonta contro la Roma. Guardando al futuro, il ragazzo non sogna, come molti altri al suo livello, di diventare chissà che campione o di esordire presto in prima squadra, ma tiene i piedi ben saldi a terra con l’obiettivo di migliorarsi di allenamento in allenamento e in ogni partita, pronto a cogliere al volo un’eventuale occasione.

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Se dovesse giungere in Basilicata, Celesia ritroverebbe Mattia Sandri, con il quale ha condiviso l’avventura nel settore giovanile granata. Per lui sarebbe una “guida” utile ad ambientarsi nel mondo rossoblù

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Nato nel capoluogo piemontese il 22 gennaio 2002, questo ragazzo, come detto in precedenza, non ha mai giocato in una squadra che non fosse il Torino: dai primi calci, fino alle selezioni più competitive, si può dire che Celesia sia una “baby-bandiera” del suo club. A differenza di quanto si possa pensare, per il difensore la strada non è stata spianata fin dall’inizio, visto che, nei primi anni di approccio al mondo del calcio, non risultava più dotato tecnicamente e fisicamente dei suoi compagni, ma la sua determinazione e la voglia di non mollare l’hanno reso più forte e più sicuro di sé, permettendogli di scalare le gerarchie nelle varie giovanili. Dai 6 ai 16 anni nel torinese è aumentata sempre di più la convinzione che la squadra in cui giocava non fosse solo una società, un club o una maglia, ma un vero e proprio stile di vita; la sua passione per il Torino e la sua fede granata esistevano già dalla tenera età e lo si può capire dal fatto che a 8 anni, il giorno dopo la sua prima partita da tifoso del Toro allo stadio, si recò a scuola senza voce per aver tifato e gridato con tutto il cuore e tutta l’anima e forse anche per questa ragione i suoi sforzi sono stati presto ripagati.

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