“Se son rose fioriranno”. Il saluto telefonico con Donato Macchia è proverbiale e assolutamente non nasconde che qualcosa di concreto si sta attuando. Partiamo dalla fine: “Vorrei che i potentini sappiano chiaramente che Salvatore Caiata nel Potenza ha messo soldi veri. E che ha creato un modello di società esemplare”, ci dice l’imprenditore poliedrico originario di Filiano, ma potentino d’adozione, il cui nome è stato avvicinato alla società rossoblù nelle ultime ore. Non nega alcuna delle mosse effettuate finora: “Sto visionando, con un gruppo di advisor specifici, il dossier Potenza. I documenti sono già disponibili. Il concetto societario che ne sta venendo fuori è ottimo. Ora però non posso dirti che l’operazione sia già conclusa. Ti dico solo che i nostri dialoghi sono strutturati e che c’è un progetto futuro importante. Ho idee molto chiare”. La curiosità del cronista si spinge verso la determinazione di una scadenza temporale in primis (“Ma i tempi, lo sai benissimo, li detta la Lega. Per potersi iscrivere al campionato ci sono scadenze chiare che non possono essere superate”), e poi su una eventuale ripartizione delle quote. Macchia dice: “Non posso esprimermi, stiamo guardando”. Ultimo pensiero sull’associazione Potenza 1919 e sulla necessità di mantenere un legame territoriale tra la squadra di calcio e un gruppo di soci della città: “Io parlo a Salvatore come se parlassi all’associazione. Non posso dire se la potentinità all’interno del Potenza rappresenti una marcia in più. Dico certamente che la sensibilità del cuore è maggiore, e non è cosa da poco. Ma io mi sento potentino, ci metto la faccia e mi assumo tutte le mie responsabilità come sempre ho fatto. E dico che proprio mettendoci la faccia devo essere più trasparente di tutti e più determinato di tutti”. Ok: se son rose fioriranno.
Macchia: “Ho idee molto chiare, modello societario esemplare”M
“Se son rose fioriranno”. Il saluto telefonico con Donato Macchia è proverbiale e assolutamente non nasconde che qualcosa di concreto si sta attuando. Partiamo dalla fine: “Vorrei che i potentini sappiano chiaramente che Salvatore Caiata nel Potenza ha messo soldi veri. E che ha creato un modello di società esemplare”, ci dice l’imprenditore poliedrico originario di Filiano, ma potentino d’adozione, il cui nome è stato avvicinato alla società rossoblù nelle ultime ore. Non nega alcuna delle mosse effettuate finora: “Sto visionando, con un gruppo di advisor specifici, il dossier Potenza. I documenti sono già disponibili. Il concetto societario che ne sta venendo fuori è ottimo. Ora però non posso dirti che l’operazione sia già conclusa. Ti dico solo che i nostri dialoghi sono strutturati e che c’è un progetto futuro importante. Ho idee molto chiare”. La curiosità del cronista si spinge verso la determinazione di una scadenza temporale in primis (“Ma i tempi, lo sai benissimo, li detta la Lega. Per potersi iscrivere al campionato ci sono scadenze chiare che non possono essere superate”), e poi su una eventuale ripartizione delle quote. Macchia dice: “Non posso esprimermi, stiamo guardando”. Ultimo pensiero sull’associazione Potenza 1919 e sulla necessità di mantenere un legame territoriale tra la squadra di calcio e un gruppo di soci della città: “Io parlo a Salvatore come se parlassi all’associazione. Non posso dire se la potentinità all’interno del Potenza rappresenti una marcia in più. Dico certamente che la sensibilità del cuore è maggiore, e non è cosa da poco. Ma io mi sento potentino, ci metto la faccia e mi assumo tutte le mie responsabilità come sempre ho fatto. E dico che proprio mettendoci la faccia devo essere più trasparente di tutti e più determinato di tutti”. Ok: se son rose fioriranno.
Macchia: “Ho idee molto chiare, modello societario esemplare”M
“Se son rose fioriranno”. Il saluto telefonico con Donato Macchia è proverbiale e assolutamente non nasconde che qualcosa di concreto si sta attuando. Partiamo dalla fine: “Vorrei che i potentini sappiano chiaramente che Salvatore Caiata nel Potenza ha messo soldi veri. E che ha creato un modello di società esemplare”, ci dice l’imprenditore poliedrico originario di Filiano, ma potentino d’adozione, il cui nome è stato avvicinato alla società rossoblù nelle ultime ore. Non nega alcuna delle mosse effettuate finora: “Sto visionando, con un gruppo di advisor specifici, il dossier Potenza. I documenti sono già disponibili. Il concetto societario che ne sta venendo fuori è ottimo. Ora però non posso dirti che l’operazione sia già conclusa. Ti dico solo che i nostri dialoghi sono strutturati e che c’è un progetto futuro importante. Ho idee molto chiare”. La curiosità del cronista si spinge verso la determinazione di una scadenza temporale in primis (“Ma i tempi, lo sai benissimo, li detta la Lega. Per potersi iscrivere al campionato ci sono scadenze chiare che non possono essere superate”), e poi su una eventuale ripartizione delle quote. Macchia dice: “Non posso esprimermi, stiamo guardando”. Ultimo pensiero sull’associazione Potenza 1919 e sulla necessità di mantenere un legame territoriale tra la squadra di calcio e un gruppo di soci della città: “Io parlo a Salvatore come se parlassi all’associazione. Non posso dire se la potentinità all’interno del Potenza rappresenti una marcia in più. Dico certamente che la sensibilità del cuore è maggiore, e non è cosa da poco. Ma io mi sento potentino, ci metto la faccia e mi assumo tutte le mie responsabilità come sempre ho fatto. E dico che proprio mettendoci la faccia devo essere più trasparente di tutti e più determinato di tutti”. Ok: se son rose fioriranno.